Silvia Ferro, Intervisa, Iniziative wellbeing Zurich

Zurich: strategie per il Benessere Psicologico e nuovi trend

Silvia Ferro, Head of Zurich Academy, HR Development & Organization, Zurich Insurance Plc.

In Zurich dal 2007 sempre all’interno della direzione Risorse Umane ho ricoperto diversi ruoli come Development, Recruitment e HRBP. Dal 2019 responsabile dell’ufficio Organizzazione e da aprile 2022 anche dell’area Formazione e Sviluppo. Da sempre HR è la mia passione, iniziata con un percorso di studio dedicato proprio all’organizzazione e alle risorse umane e avere ora la possibilità di unire la parte organizzativa con quella formativa per fare in modo concretamente che le persone siano davvero nel posto giusto e con le competenze giuste per lavorare al meglio delle loro capacità è sicuramente il coronamento di un sogno lavorativo importante.

Quali sono state le principali sfide affrontate nel 2023 in ambito di Mental Health at Work e Benessere Psicologico?

All’inizio del 2023 arrivavamo da un lungo momento di smartworking “necessario”: siamo rientrati in azienda in maniera regolare solo in aprile 2022 e nell’ambito di un nuovo accordo di lavoro agile; quindi, c’era una dimensione sociale e relazionale che aveva appena subito una profonda trasformazione.

Oltre a questo, il 2023 è stato un anno particolarmente ambizioso per Zurich per i progetti che ha deciso di traguardare. Abbiamo affrontato contemporaneamente un’acquisizione che ha portato alla creazione di Zurich Bank e una complessa cessione di portafogli, per citare 2 esempi, e poi tante altre progettualità che hanno portato molti di noi a lavorare molto, con la determinazione di portare a compimento con successo ogni attività e anche, per contro, con la stanchezza e il potenziale impatto sul work-life balance che ne poteva derivare.

Quindi se devo riassumere, come principali sfide vedo: un contesto trasformato, la numerosità di attività complesse che avevamo sul tavolo e l’inevitabile necessità di trovare un nuovo equilibrio sano, senza perdere di vista il raggiungimento dei risultati.


Quali le principali iniziative realizzate dalla tua organizzazione?

In questo rinnovato, e per tanti versi nuovo contesto abbiamo cercato di considerare ogni nuova esigenza nel frattempo emersa nella vita dei nostri colleghi: questa attenzione è stata rivolta ad esempio alle persone fragili o alle mamme nei primi anni di vita dei loro bimbi, per le quali abbiamo pensato e trovato soluzioni ad hoc.

D’altra parte, abbiamo messo a disposizione di tutti una serie di strumenti volti ad agire positivamente sul benessere mentale/emozionale: abbiamo continuato ad offrire il supporto psicologico gratuito, organizzato un percorso di mindfulness, tenuto sessioni mensili di Yoga della risata, abbiamo invitato a parlare nel nostro auditorium una mental coach “speciale”, una donna con una personale esperienza come care giver, iniziata in giovane età. Quest’ultima iniziativa, in particolare, l’abbiamo pensata sia per proporre con la forza della testimonianza un tema psicologicamente e fisicamente provante, sia per abbattere le barriere di silenzio e vergogna che possono sorgere attorno ad una situazione così complessa e totalizzante.

Parallelamente sono proseguite le attività di promozione del benessere fisico con team molto attivi nella corsa, bike, staffette con forte risvolto aggregativo e anche il coaching per portare a correre fino a 10km chi partiva da sedentario, sviluppando quindi tenacia, orientamento al risultato e senso di gratificazione.

In più, abbiamo voluto “mettere insieme” persone diverse (per età, ruolo, esperienza) coinvolgendo i colleghi tramite i loro responsabili in “Azioni per il cambiamento”. Un progetto molto arricchente per tutti, proposto in una modalità innovativa, in cui ogni membro ha avuto l’occasione di dare il suo contributo, portando il proprio punto di vista, nuove idee, azioni concrete. Obiettivo è stato quello di arrivare alla definizione, appunto, di azioni volte a far sì che si possa lavorare complessivamente meglio, con meno e-mail da leggere, riunioni più efficaci, una breve pausa tra un meeting e l’altro, insomma un modo più sostenibile di affrontare la giornata lavorativa, sostenibile sia in termini di energia impiegata che di stress accumulato.


Quali pensi siano i trend che ci attendono nel 2024 in materia di Salute Mentale?

In generale ciò che vedo è un aumento di situazioni di fragilità psicologica, non solo negli adulti ma anche nei ragazzi e a volte purtroppo anche nei bambini, come esito di questi ultimi anni caratterizzati da tutto ciò che sappiamo.

In particolare, credo che le aziende avranno ancora a che fare con situazioni di burnout, ma anche con fenomeni più recenti come la great resignation e il quite quitting.

Mi si potrebbe obiettare che entrambi questi ultimi non hanno a che fare con la salute mentale, ma io credo di sì, perché hanno a che vedere con il “come stiamo nel nostro luogo di lavoro”: hanno a che vedere con la passione che ho per il mio lavoro, con il valore che riconosco e che viene riconosciuto al mio contributo, con il rispetto nelle relazioni con colleghi e manager, con il senso di sicurezza e certezza che vivo nella mia organizzazione. Anche questi aspetti fanno di un’azienda una comunità salubre nel senso più ampio del termine.