Il doppio sguardo del manager: strategie per conciliare benessere e produttività
La relazione tra manager, collaboratori e collaboratrici non sempre è semplice e in alcuni momenti può diventare fonte di emozioni negative e di incomprensioni che possono influire sia sul benessere dell’individuo sia sulla capacità produttiva dei team.
Naturalmente ci sono diversi fattori, all’interno di un’azienda, che possono influire su tali aspetti.
In questo articolo cercheremo di capire cosa possono fare i manager per creare un clima di lavoro in grado di promuovere il benessere portando l’attenzione alle emozioni e agli stati d’animo delle Persone e indicheremo alcune strategie per conciliare benessere e produttività.
Manager ed emozioni
Quando si lavora con le persone non si ha a che fare solo con i pensieri e le azioni, ma anche con i sentimenti che possono avere delle ripercussioni sulla pratica professionale.
Il manager deve riuscire a gestire due aspetti diversi ma interagenti:
- le emozioni proprie;
- le emozioni dei collaboratori.
Le emozioni del Manager
Rispetto al primo punto, il manager deve essere consapevole che le sue emozioni, soprattutto quelle negative ed intense, possono influire sul clima di lavoro.
Infatti, non riconoscere i propri stati d’animo, non gestire le proprie emozioni e le situazioni che possono attivarle, può avere ripercussioni sul benessere dei propri collaboratori e sul raggiungimento degli obiettivi.
Demotivazione, sentimenti di smarrimento e di tristezza possono limitare l’agire del manager e trasmettere sentimenti negativi al gruppo.
È importante ricordare che non servono parole per esprimere quello che proviamo, ma attraverso il nostro linguaggio del corpo trasmettiamo ciò che proviamo e sentiamo, influenzando l’altro e mostrando qualcosa di noi.
Di conseguenza, se siamo di fronte a qualcuno che non è autentico, che cerca di mascherare le sue intenzioni, sentimenti e pensieri, possiamo avvertirlo e percepirlo a livello emotivo; ugualmente, possiamo percepire l’autenticità dell’altro che ci porta a fidarci e a seguirlo con entusiasmo.
Questo compito non è semplice, ma se il leader riesce le persone che lo seguono potranno sentirsi maggiormente entusiaste, più motivate, coinvolte nel proprio team e, soprattutto, riporranno maggiore fiducia in lui.
La fiducia è qualcosa che si guadagna nel tempo, la si conquista con i piccoli gesti quotidiani, mostrandosi autentici e coerenti. È qualcosa che va oltre le competenze tecniche e i titoli di studio che un manager può possedere.
Le emozioni di collaboratori e collaboratrici
Per quanto riguarda il secondo punto, ossia portare attenzione alle emozioni dei collaboratori, non è sempre semplice tenerlo in considerazione e gestirlo, a causa delle richieste e delle sfide a cui le aziende sono chiamate a rispondere per mantenere una stabilità economica.
Il manager può riuscire a creare un buon clima emotivo e avere uno sguardo sulla produttività, riuscendo a padroneggiare diverse modalità di interazione in base alla situazione che si presenta: può passare dalla modalità in cui dà fiducia, lascia libertà di azione e favorisce la collaborazione tra le persone, alla modalità in cui richiede quello che ci si aspetta.
Le ricerche hanno mostrato, infatti, che i manager che uniscono tali modalità riescono ad integrare il focus sull’obiettivo e sulla creazione di un clima lavorativo positivo per i collaboratori.
Daniel Goleman, studioso dell’intelligenza emotiva, parla di “leadership risonante”, la quale consente di raggiungere gli obiettivi di un’azienda e di motivare e coinvolgere i collaboratori. Coloro che la attuano sono manager che sanno connettersi con il cuore dei collaboratori, si mostrano autentici, hanno una serie di criteri etici importanti che li guidano nel lavoro e sanno ispirare gli altri, e suscitano così nelle persone la voglia di lavorare non solo perché devono, ma perché possono esprimersi.
Strategie per conciliare benessere e produttività
Per riuscire a costruire uno sguardo rivolto contemporaneamente al benessere del collaboratore e alla performance, possiamo evidenziare l’importanza di alcuni aspetti.
Saper gestire se stessi: essere capaci di gestire emozioni anche forti e contrastanti e mantenere il focus sugli obiettivi da raggiungere è un aspetto importante per un manager, che lo porta ad adattarsi a diverse situazioni lavorative.
Saper comunicare: condividere con i propri collaboratori quali sono gli obiettivi e in che modo raggiungerli utilizzando un linguaggio chiaro e preciso consente di non creare smarrimento e incertezze durante il lavoro.
Attivare il potenziale di ogni collaboratore: è fondamentale che ognuno si senta apprezzato e senta di poter esprimere liberamente la propria opinione. Sentirsi riconosciuti, infatti, influisce, oltre che sulla propria autostima, anche sulla motivazione e sulla qualità del lavoro svolto. Il manager ha il compito di assicurarsi che tutti i collaboratori accedano all’esperienza di sentirsi riconosciuti per il lavoro svolto.
Coinvolgere il singolo nel team o nel progetto più adatto alle sue esigenze: è essenziale che ognuno trovi all’interno dell’azienda il gruppo che al meglio lo attivi e gli consenta di esprimere il proprio potenziale. Infatti, anche il più competente dei collaboratori, se inserito in un gruppo o in un progetto non adeguato, potrebbe non raggiungere gli obiettivi fissati.
Sviluppare le soft skills: è importante creare momenti di confronto in cui poter sviluppare tali competenze, che sono trasversali e da supporto al lavoro quotidiano. Corsi per implementare competenze nella gestione dei conflitti, per migliorare le competenze comunicative o di gestione dello stress e del tempo, possono essere utili per favorire una crescita personale del dipendente e accrescere competenze utili ad affrontare in modo efficace le sfide della quotidianità lavorativa.
Incoraggiare lo spirito di squadra: succede che in azienda con l’arrivo di nuovi collaboratori o con trasferimenti del personale, gli assetti relazionali possano cambiare portando anche all’attivazione di sentimenti di paura e diffidenza nei confronti degli altri. È importante prendersi cura anche di tali aspetti, creando momenti che favoriscano lo sviluppo dello spirito di squadra e un rapporto positivo tra colleghi.
Promuovere la sicurezza psicologica, ossia la sensazione sperimentata dalla persona quando il manager lo ascolta, riconosce le sue potenzialità e la incoraggia nel suo lavoro. La sicurezza percepita consente alla persona di sperimentare liberamente le proprie idee, aumenta la creatività e la capacità di problem solving.
In conclusione
Il successo di un’azienda non è dato solo dalla competenza tecnica dei manager, ma anche (e soprattutto) dalla loro capacità di motivare, coinvolgere e far crescere i collaboratori, trovare le giuste strategie per conciliare benessere e produttività.
Un manager, riuscendo a calibrare le sue modalità relazionali in base alle diverse situazioni, può creare le condizioni migliori di lavoro per i suoi collaboratori, motivandoli e facendoli sentire coinvolti attivamente nei successi dell’azienda.
Questo aspetto è importante per sviluppare un clima emotivo che porti i collaboratori a lavorare all’interno di un luogo di lavoro che riconosce le competenze e promuovere il bisogno di realizzazione.