
International Widow’s day: come affrontare un lutto
Ogni 23 giugno si dedica un’attenzione particolare alle persone che sono rimaste vedove per la perdita di un/a coniuge o compagno/a.
La giornata internazionale fu istituita dall’ONU nel 2011 e nacque dalla necessità di non dimenticare le centinaia di milioni di vedove al mondo, che si interfacciano quotidianamente con situazioni di povertà, violenza, salute, a seguito della perdita dei coniugi per motivi di guerra, migrazione, malattia. Cogliamo l’occasione, nel presente articolo, per riflettere in senso più ampio su come affrontare un lutto, sull’esperienza della perdita di un partner e sull’impatto che può avere sulla vita delle persone.
L’esperienza del lutto
Il lutto si configura come un evento critico, dal momento che comporta un’esperienza di perdita non reversibile. Che sia un lutto che segna l’epilogo di una lunga vita vissuta, oppure la fine di un periodo di malattia, o che si tratti di un lutto improvviso, è difficile arrivare pronti al momento in cui accade. Un’altra dura verità, soprattutto per una società in cui il tema della morte resta per certi versi ancora un tabù, è che tutti quanti, prima o poi, ci troviamo a doverci fare i conti.
Come affrontare un lutto: il tema della separazione
L’esperienza della perdita riattiva certamente il tema della separazione, pertanto il modo di affrontarla dipenderà sia dalle caratteristiche del lutto in sé, sia dalle precedenti esperienze separative che abbiamo vissuto durante la nostra vita, e da come vi abbiamo fatto fronte. Alcuni esempi sono i passaggi separativi vissuti all’interno del contesto famigliare (l’ingresso nel mondo scolastico, l’adolescenza, la fase dello svincolo), oppure le relazioni amicali o sentimentali che si sono concluse, fino a considerare anche i passaggi separativi in ambito lavorativo (cambiamento di lavoro, fine della collaborazione con un/a collega con cui ci trovavamo così bene).
Quando la persona che ci lascia è quella con cui abbiamo condiviso una parte significativa del viaggio della nostra vita, viene messo in discussione anche il proprio senso di identità: la persona con cui ho condiviso una relazione duratura e stabile, con cui magari ho costruito una casa, una famiglia, dei progetti, non c’è più e può capitare di attraversare una fase di profondo smarrimento e disorientamento. Cosa ne sarà di me? E dei progetti che avevamo ancora insieme per il nostro futuro?
Diventare vedovi può essere un’esperienza che le persone si trovano ad affrontare più o meno precocemente durante il proprio ciclo di vita e anche questo fattore può incidere nelle modalità con cui accogliamo il dolore. Che avvenga nella fase finale di una lunga vita insieme o nelle fasi più giovani di una relazione, si pone il tema di come poter accettare quanto accaduto. Ma siamo sicuri che l’obiettivo sia questo?
Le fasi di elaborazione del lutto
Secondo la psichiatra Kübler-Ross esiste un processo, fatto di fasi da attraversare, che porta col tempo ad elaborare il lutto: dal rifiuto di quanto successo perché vissuto come inaccettabile, passando per la rabbia per la perdita subita, fino al tentativo illusorio di negoziazione per poter cambiare le cose, arrivando alla depressione perché non c’è niente che possiamo fare per recuperare la situazione, e infine, si arriverebbe all’accettazione.
L’importanza di chiedere supporto per affrontare un lutto
“Ma quanto tempo ci vuole? Guarirò mai da questa perdita?” sono tra le domande che più spesso vengono rivolte dai pazienti che intraprendono percorsi psicologici o psicoterapeutici per affrontare un lutto. La verità è che non c’è una risposta che sia valida a livello universale e non esiste un manuale di istruzioni per superare un dolore così grande.
Ciò che però è possibile fare è scegliere di attivare le risorse intorno a noi, dalla nostra rete sociale (amici, famigliari, colleghi) fino al richiedere un supporto professionale che ci aiuti a contenere, accogliere e attraversare quel dolore, in uno spazio senza pretese e sintonizzato con i nostri tempi e bisogni.
È importante tenere a mente che, come ci insegna la psicotraumatologia, un evento non elaborato tende come a “cristallizzarsi” all’interno delle nostre reti neurali e a farci vivere in una dimensione di tempo sospeso: nulla va avanti, nulla torna indietro, fino a sentirci anche noi stessi bloccati in una vita che tende a ripetersi uguale a se stessa. Il rischio di una condizione simile è la perdita di senso, di obiettivi, fino alla possibilità di sviluppare uno stato depressivo privo di desiderio di andare avanti nella vita.
In conclusione
Affrontare un lutto è estremamente doloroso, ma con un adeguato supporto professionale è possibile recuperare una dimensione di continuità e di serenità per poter riprendere la marcia della propria vita.
Marisabel Iacopino
Psicologa, Senior Service Coordinator di Stimulus Italia