Promuovere il benessere psicologico nelle organizzazioni

Il futuro del benessere organizzativo: fermarsi al supporto psicologico sarebbe un errore

Il supporto psicologico non è più sufficiente per prendersi cura della salute mentale delle persone.

Questa affermazione potrebbe sembrare paradossale, se pensiamo che proviene dal Country Manager della società che per prima, 12 anni fa, ha portato in Italia il servizio di supporto psicologico 24/7 dedicato alle aziende.

In realtà sintetizza un punto di svolta all’interno di un percorso durato oltre un decennio nel campo della salute mentale nelle organizzazioni.

Proviamo a comprenderne le motivazioni.

In questi anni in Stimulus Italia abbiamo perfezionato il supporto psicologico in modo da renderlo uno strumento sempre più adatto alle necessità delle persone e delle aziende, sviluppando processi, competenze e strumenti di gestione via via più efficaci.

Eppure, negli ultimi mesi ci siamo resi conto di quanto le necessità delle organizzazioni e delle persone siano cambiate vertiginosamente.

Oggi siamo inseriti in un contesto sociale, culturale ed economico nuovo e in costante cambiamento. Una situazione storica che balla pericolosamente la sua danza con l’incertezza, l’insicurezza e il timore, che impone una comprensione più approfondita e specifica delle fonti del disagio psicologico e sociale.

Le organizzazioni che desiderano stare al passo con i tempi e fare un salto in avanti nella promozione del benessere organizzativo, devono quindi concedersi la possibilità di fare un passo indietro per analizzare il lavoro svolto fino ad oggi, comprendere il nuovo punto di partenza e prepararsi al futuro.

In questa più ampia prospettiva, il servizio di supporto psicologico appare solo come uno dei possibili strumenti che le aziende possono mettere a disposizione, un pezzo di un puzzle molto più articolato e complesso, rappresentato dalla volontà di tutelare il benessere della persona, in tempi sempre più fluidi e incerti.

Quali sono, allora, le nuove frontiere del benessere psicologico nelle organizzazioni?

Partiamo da alcuni semplici dati.

Cosa ci dicono le persone

Nel 2022, gli psicologi delle nostre linee di ascolto hanno accolto le storie di oltre 18.000 persone.

Di queste, il 73,1% ha portato in consulenza una tematica di natura personale.

Difficoltà nelle relazioni con i propri familiari o di coppia, complessità nella gestione del ruolo di genitori, ma anche nell’affrontare malattie, separazioni o lutti: queste sono solo alcune delle sfide che le persone stanno affrontando in questo periodo.

Una curiosità. Sapete qual è stato l’articolo più letto sul nostro blog nel 2022?

Come superare la solitudine.

No, non ci sono più lockdown o chiusure forzate come spiegazione di questo sentimento diffuso.

La giustificazione della “risposta a una situazione emergenziale” può ormai essere archiviata.

La pandemia, semmai, ha reso più evidenti segnali di malessere da troppo tempo sottaciuti e nascosti.

Ecco, infatti, un altro dato interessante.

+84% questo è il tasso di crescita annuale dell’utilizzo del servizio di Stimulus Italia.

Le persone sentono la necessità di essere ascoltate, accompagnate, seguite in diversi aspetti della loro vita personale.

Aspetti che riguardano l’individuo e il suo benessere emotivo, con ricadute inevitabili anche sulla sfera professionale.

Un nuovo mindset per le organizzazioni

Nel mercato anglosassone si parla di E.A.P. Gap per fare riferimento alla discrepanza tra i collaboratori potenzialmente raggiungibili da un servizio di supporto psicologico e i suoi effettivi utilizzatori.

Secondo le analisi del nostro osservatorio, il tasso medio di utilizzo del servizio risulta pari all’1,8%.

Registriamo tuttavia per alcune aziende clienti anche tassi di utilizzo pari al 6,2 %.

Quali sono le caratteristiche alla base di questi casi di successo?

Nella maggioranza dei casi, si tratta di organizzazioni che hanno scelto di costruire una strategia integrata in materia di benessere psicologico, tesa a creare quello che le Linee Guida dell’OMS definiscono Enabling Environment, ovvero un ambiente di lavoro che permetta di esprimere le capacità di ogni persona.

Queste realtà hanno costruito un nuovo mindset, un’attitudine ad affrontare il tema del benessere psicologico che parte dalle analisi di clima e dalla valutazione delle fonti di malessere psicologico, per costruire parallelamente:

  • percorsi di risposta a situazioni conclamate,
  • percorsi di anticipazione dei bisogni emergenti,

coinvolgendo tutta la popolazione aziendale, a partire dai manager.

Promuovere il benessere psicologico nelle organizzazioni: un approccio integrato

Le ricerche continuano a confermare la necessità di sviluppare un approccio integrato alla salute mentale, affinché si possano ottenere risultati concreti dalle politiche di wellbeing, a livello organizzativo, strategico, di employer branding, talent attraction e retention.

Per fare un esempio, secondo il Report Best Workplaces for Millennials 2022, condotto da Great Place to Work su un campione di 16.453 collaboratori, tra i fattori maggiormente attrattivi per i Millennials c’è anche la possibilità di lavorare divertendosi in un ambiente psicologicamente sano.

Cosa significa questo?

Che oggi alle organizzazioni viene chiesto di assumersi una nuova responsabilità.

Quella di creare programmi a lungo termine in materia di salute mentale, con l’obiettivo di:

  • promuovere una cultura aziendale che intenda migliorare davvero il benessere psicologico delle persone (e non pensare, ad esempio, che la presenza di un servizio di supporto possa essere uno strumento sufficiente se non sostenuto nel tempo da una strategia adeguata);
  • leggere e identificare i segnali di sofferenza emergenti in un contesto in continua evoluzione, che, in risposta alle sfide di un mercato sempre più competitivo, pone in ciascun individuo, gruppo o ramo aziendale concreti problemi di adattamento e sostenibilità;
  • progettare interventi ad hoc volti a superare le criticità esistenti o potenziali, attraverso la formazione, la consulenza organizzativa, la valutazione, la gestione del cambiamento e l’accompagnamento delle figure manageriali.

Sei aree di intervento per le politiche di wellbeing

Come ribadito e confermato anche dalle linee guida OMS, pubblicate nel settembre 2022, tre sono i macro-obiettivi di politiche di wellbeing efficaci:

  • tutelare la salute mentale delle persone (prevenzione dei rischi psicosociali)
  • potenziare le risorse individuali e collettive necessarie per raggiungere uno stato di benessere duraturo (promozione della salute)
  • includere e valorizzare le minoranze e le diversità in azienda (supporto e inclusione).

In Stimulus Italia abbiamo vissuto questa fase di cambiamento a stretto contatto con aziende nazionali e multinazionali.

Questo ci ha portati a individuare una nuova proposta strutturata in sei aree tematiche tra loro interdipendenti:

People Analytics: raccogliere, sistematizzare e interpretare i dati relativamente alle dimensioni psicologiche in azienda, attraverso strumenti quali-quantitativi.


Learning: apprendere conoscenze psicologiche per sviluppare una nuova consapevolezza sulla salute mentale, attraverso l’esperienza formativa in azienda.


Supporto psicologico: lo strumento di sostegno per tutti i collaboratori, potenziato per rispondere ai bisogni legati al benessere sociale e finanziario.


Consulenza organizzativa: rispondere a bisogni specifici dell’azienda che riguardano il benessere dei collaboratori, comprendere l’origine di determinati problemi di malessere che emergono nel contesto organizzativo, ridisegnare i processi di lavoro in un’ottica di sostenibilità.


Coaching: lo strumento che permette di accompagnare le persone nello sviluppo del proprio ruolo professionale e manageriale, per rispondere alle sfide e alla complessità delle organizzazioni moderne”.


Diversity & Inclusion: promuovere una cultura aziendale che metta al centro le persone e faccia emergere competenze nuove, abbattendo le categorie mentali e culturali che da sempre limitano l’espressione della libertà e del talento.

In conclusione

Negli ultimi anni parlare di salute mentale nelle organizzazioni è quasi diventato una moda.

Potremmo utilizzare il termine “trend topic”, ma il fulcro del discorso non cambierebbe: oggi tutti parlano di benessere psicologico e di inclusione.

Ma il “parlarne a tutti i costi” è davvero la strada giusta per mettere in risalto la vera importanza dell’oggetto del nostro operare?

In Stimulus siamo convinti che non sia così.

La posta in gioco è troppo alta per lasciare che le aziende si abbandonino a luoghi comuni, interventi una tantum o, ancor peggio, che si lascino guidare da logiche mainstream.

Da oltre 12 anni, quando ancora benessere psicologico e performance viaggiavano su strade parallele, abbiamo introdotto servizi di supporto psicologico nelle aziende, avviato percorsi di accompagnamento personalizzato e sostenuto con forza l’importanza del tema della salute mentale nel mondo lavorativo.

Abbiamo portato avanti la convinzione che anche le organizzazioni potessero (e dovessero) giocare un ruolo pro-attivo in materia di salute mentale, per se stesse ma soprattutto per i propri collaboratori e collaboratrici.

Esiste dunque un fattore che non può essere comprato e si chiama esperienza.

Ed è proprio la nostra esperienza, unita al fatto di collaborare con alcune delle più grandi aziende nazionali e internazionali, da anni attive in materia di benessere psicologico, che ci ha portati ad anticipare esigenze e cambiamenti, intuendo in anticipo le nuove richieste del mercato.

Ed è alla luce di questo nuovo percorso di cambiamento che vogliamo presentarci a tutte le organizzazioni che desiderano fare davvero della Salute Mentale una priorità.

Con l’obiettivo di anticipare trasformazioni e bisogni, anticipando i tempi e lavorando insieme per costruire un mondo del lavoro sempre più inclusivo, responsabile e sereno.

Andrea Bertoletti,
Country Manager
Stimulus Italia