Sessismo sul lavoro: il contesto francese
Gli studi condotti dagli enti pubblici francesi quali il Difensore dei diritti, il Consiglio superiore per la parità tra le donne e gli uomini e più recentemente l’Istituto Jean Jaurès mostrano che il sessismo sul posto di lavoro è ancora diffuso e che tale fenomeno produce delle conseguenze nefaste non solo per le vittime, ma anche per l’intera organizzazione.
Sessismo sul posto di lavoro: cosa significa
Nel 2015, nel Codice del lavoro francese é stata introdotta la nozione di atto sessista, ovvero “qualsiasi atto legato al sesso di una persona, il cui intento o il cui effetto è di minare la sua dignità o di creare un ambiente intimidatorio, ostile, degradante, umiliante o offensivo.”[1]
Gli atti sessisti possono essere delle parole o espressioni, quali i nomignoli (“stellina”, “tesorino”,”amorino”…) o le battute sugli stereotipi di genere (“gli uomini non sono capaci di fare due cose insieme”, “le donne non sono razionali, non possono fare le manager”…) o ancora dei commenti irrispettosi sull’aspetto fisico di una persona.
Inoltre, gli atti sessisti possono esprimersi anche in maniera non verbale, attraverso dei comportamenti e dei gesti, per esempio interrompere una persona mentre parla perché donna e non autorevole per parlare di un argomento tecnico (il che ovviamente è uno stereotipo e non la realtà).
Il sessismo, purtroppo, può toccare sia le donne che gli uomini, in quanto vittime o autori. Può inoltre esprimersi tra persone dello stesso genere. Basti pensare alle battute omofobe tra uomini o ai commenti irrispettosi sul corpo delle altre donne che le donne medesime spesso fanno.
La sociologia e la psicologia insegnano che il sessismo si fonda sugli stereotipi di genere e ne è espressione piena.
Il punto non è quel che si pensa degli uomini e delle donne, ma piuttosto come vengono trattati i collaboratori e le collaboratrici o i colleghi e le colleghe.
Dire ad un uomo “È meglio che lavori qualche ora in più, tanto non sei capace di occuparti dei tuoi figli” è una frase irrispettosa e devalorizzante.
Allo stesso modo, non proporre ad una collaboratrice un progetto ambizioso perché é mamma e “Di certo non avrà la concentrazione giusta per il lavoro” è una forma di sessismo e anche di discriminazione.
Quali sono le novità nel panorama francese?
La prevenzione del sessismo a lavoro ha raggiunto un nuovo traguardo con la Legge sulla Salute del 2 agosto 2021[2], grazie all’estensione del concetto di molestie sessuali sul lavoro.
Da marzo 2022, in Francia gli atti sessisti ripetuti saranno considerati una forma di molestia sessuale sul posto di lavoro.
Finora nella legge francese, la molestia sessuale si esprimeva attraverso “ripetute espressioni o comportamenti a carattere sessuale che ledono la dignità dell’individuo, a causa della loro natura degradante o umiliante, o creano una situazione intimidatoria, ostile o offensiva nei suoi confronti”[3].
Grazie alla riforma della citata Legge sulla salute, anche le ripetute espressioni o comportamenti a carattere sessista saranno considerati una forma di molestia, se ledono la dignità dell’individuo.
La nozione di sessismo e di molestie sessuali rimangono concettualmente distinte, ma questa nuova definizione allargata di molestie sessuali indica il pericolo che gli atti sessisti possono rappresentare quando si sviluppano in modo sistematico e continuativo.
La logica di fondo è quella di affrontare, riconoscere e rimuovere comportamenti irrispettosi quotidiani e spesso banalizzati, come commenti o battute sessiste, per creare una cultura del rispetto e dell’inclusione.
In tal modo, l’obiettivo è quello di prevenire efficacemente la potenziale deriva verso comportamenti più gravi e dannosi che potrebbero colpire sia le donne che gli uomini sul posto di lavoro, in quanto vittime o testimoni.
Cosa cambia per il datore di lavoro in Francia?
Poiché il sessismo ripetuto o sistemico è ormai considerato un rischio per la salute allo stesso livello delle molestie sessuali, il datore di lavoro dovrà adeguare di conseguenza la sua politica di prevenzione e la sua procedura di trattamento di tali fenomeni.
In effetti, negli ultimi anni, un numero crescente di imprese ed enti pubblici ha messo in atto politiche di prevenzione degli atti sessisti e delle molestie sessuali sul posto di lavoro.
Grazie a questa legge, le azioni di prevenzione dovranno non solo essere generalizzate, ma anche rafforzate e comunicate meglio.
Dal 31 marzo 2022, per ottemperare agli obblighi in materia di salute e sicurezza nei confronti dei dipendenti, in Francia il datore di lavoro dovrà dare maggiore importanza e migliore visibilità alla lotta nei confronti degli atti sessisti, sia nei rapporti individuali, sia nelle dinamiche collettive di gruppo.
Cosa possono fare concretamente le organizzazioni?
Innanzitutto, affinché la dinamica del cambiamento sia efficace, la direzione deve perseguire una nuova cultura del rispetto e della prevenzione.
Ciò può tradursi in una comunicazione chiara contro il sessismo e le molestie sessuali al lavoro, ma anche nell’uso di un linguaggio e un comportamento esemplari e impeccabili da parte dei dirigenti.
Inoltre, il dipartimento delle risorse umane dovrà trasmettere informazioni e sensibilizzare collaboratori e collaboratrici sul tema.
In tal senso, la formazione è essenziale per accompagnare un cambiamento di mentalità e di comportamenti, al fine di creare un clima di fiducia e d’inclusione sul posto di lavoro.
Infine, in Francia, la procedura per la gestione delle segnalazioni dovrà d’ora in poi includere tutti gli atti ripetuti, sessisti o a connotazione sessuale.
Pertanto, anche dei “semplici” atti sessisti ripetuti potranno dar luogo a sanzioni disciplinari gravi quali il licenziamento, proprio come in caso di molestie sessuali.
In definitiva, l’entrata in vigore della Legge sulla salute spingerà i datori di lavoro a ripensare i rapporti interpersonali e professionali sulla base del rispetto reciproco, affinché il lavoro collettivo sia fonte di performance collettiva, ma anche di realizzazione personale per tutte e tutti.
Alice Marchionno – Consulente senior di Equilibres, Gruppo Human & Work
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[1] Articolo L1142-2-1 del Codice del Lavoro
« Nul ne doit subir d’agissement sexiste, défini comme tout agissement lié au sexe d’une personne, ayant pour objet ou pour effet de porter atteinte à sa dignité ou de créer un environnement intimidant, hostile, dégradant, humiliant ou offensant. ».
[2] LOI n° 2021-1018 du 2 août 2021 pour renforcer la prévention en santé au travail.
[3] Articolo L1153-1 del Codice del Lavoro
«Aucun salarié ne doit subir des faits: 1° Soit de harcèlement sexuel, constitué par des propos ou comportements à connotation sexuelle répétés qui soit portent atteinte à sa dignité en raison de leur caractère dégradant ou humiliant, soit créent à son encontre une situation intimidante, hostile ou offensante;
2° Soit assimilés au harcèlement sexuel, consistant en toute forme de pression grave, même non répétée, exercée dans le but réel ou apparent d’obtenir un acte de nature sexuelle, que celui-ci soit recherché au profit de l’auteur des faits ou au profit d’un tiers».