Riduzione del fumo: programmi di sensibilizzazione e supporto in azienda. L’esperienza di Intesa Sanpaolo

Secondo il report dell’Istituto Superiore di Sanità, pubblicato in occasione della Giornata Mondiale senza tabacco 2022, quasi un italiano su quattro (il 24,2% della popolazione) è un fumatore: percentuale più alta mai registrata dal 2006 a oggi.

Come spiegato da Roberta Pacifici, Responsabile del Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’ISS: “si conferma che la pandemia abbia significativamente influenzato le abitudini al consumo dei prodotti del tabacco e di nicotina degli italiani”.

A fronte di questo, come affermato anche da Silvio Brusaferro, Presidente dell’ISS “è importante attivare azioni di prevenzione a partire dai più giovani per garantire una vita più lunga, con meno disabilità e qualitativamente migliore per noi e per chi ci vive accanto”.

Come si stanno muovendo le organizzazioni?

Per contrastare la diffusione della dipendenza da fumo di sigaretta, negli ultimi anni le grandi organizzazioni di lavoro hanno attuato delle misure restrittive volte a limitare il consumo di tabacco nel contesto di lavoro, affiancando tali misure con campagne di sensibilizzazione e programmi di disassuefazione rivolti al personale dedito al consumo.

La sfida più difficile nel contrastare il consumo di tabacco su larga scala sta nel riuscire a veicolare messaggi positivi alla popolazione target, promuovendo al tempo stesso un’informazione chiara sui rischi del tabacco sulla salute.

Le ricerche sull’efficacia dei programmi di sensibilizzazione dimostrano, infatti, come l’eccessiva enfasi sui danni del fumo sulla salute susciti nelle persone sensazioni di disagio che portano il fumatore a non considerare (o addirittura a negare) le conseguenze negative per la salute.

Inoltre, le stesse ricerche dimostrano come la dissuasione dal fumo sia uno strumento non in grado di indurre un cambiamento nelle abitudini di vita di una persona.

Proprio da queste premesse è nato il programma di sensibilizzazione e supporto per la riduzione del fumo di Stimulus Italia.

Un piano di riduzione della dipendenza che ha come obiettivo quello di aumentare le probabilità di successo dei trattamenti integrati (psicologici e farmacologici), grazie anche a un percorso strutturato, suddiviso in più fasi.

Programmi di riduzione del fumo nelle organizzazioni: l’esperienza di Intesa Sanpaolo

Nel 2022, Intesa Sanpaolo, in collaborazione con Stimulus Italia, ha attivato per le proprie persone la possibilità di partecipare a un programma di sensibilizzazione e supporto per la riduzione del fumo.

Il team People Care di Intesa Sanpaolo ha accettato di condividere e raccontare la propria esperienza diretta.

Quali motivazioni vi hanno spinto a trattare il tema della riduzione del fumo all’interno della vostra organizzazione?

Quattro anni fa all’interno del Gruppo Intesa Sanpaolo è nata People Care, che ha come mission la promozione del benessere delle proprie persone.

Investire sull’adozione di abitudini salutari è cruciale: il consumo di tabacco rappresenta ad oggi uno dei più grandi rischi per la salute e per questo abbiamo deciso di promuovere un programma per ridurre la dipendenza da fumo.

Come si inserisce questo programma all’interno delle vostre politiche di wellbeing?

Promuoviamo iniziative orientate al wellbeing ispirandoci ai criteri dell’OMS che lo definisce come uno stato di benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente assenza di malattie o infermità.

Nel maggio 2020 abbiamo lanciato CareLab, piattaforma a fruizione gratuita dedicata al benessere, con contenuti, strumenti e servizi su alimentazione, movimento, benessere emotivo e sociale, caregiving e cura della famiglia.

Abbiamo inoltre messo progressivamente a disposizione una serie di servizi, sempre gratuiti, che supportano le persone nell’adozione quotidiana di buone pratiche di benessere: palestra online, sostegno psicologico, strumenti per la sana alimentazione, piattaforma per la cura dell’anziano e un’App che incentiva al movimento.

Oggi, in coerenza con il nuovo Piano d’Impresa, stiamo realizzando ulteriori iniziative per il benessere “in presenza”, proponendo rinnovati ed evoluti spazi aziendali che facilitano la relazione e il nuovo modo di lavorare, affiancando all’esperienza individuale digitale una maggiore possibilità di condivisione e di interazione tra le persone.

Il programma finalizzato alla riduzione del fumo rientra a pieno titolo in questa politica di promozione di comportamenti condivisi, virtuosi e salutari.

Quali sono secondo voi le principali motivazioni che hanno spinto le vostre persone a partecipare a questo percorso strutturato?

In primis, la consapevolezza che attraverso un aiuto esterno e competente è possibile trovare più facilmente la strada giusta per rinunciare a un’abitudine dannosa.

Riteniamo inoltre che una delle principali leve di cambiamento sia costituita proprio dal confronto tra persone che condividono la stessa abitudine.

Non ultimo, un percorso strutturato – che culmina con l’approdo ai centri territoriali antifumo – contribuisce senz’altro a fortificare la motivazione al raggiungimento dell’obiettivo auspicato.

Tre le fasi del percorso: un webinar dedicato alla riflessione, guidata da un professionista, sugli aspetti psicologici dell’abitudine al fumo; un momento di confronto tra i partecipanti e l’eventuale accompagnamento ai centri territoriali specializzati antifumo.

In che modo pensate che parlare di riduzione del fumo possa influenzare le vostre persone all’interno e all’esterno dell’organizzazione?

In linea con i principali orientamenti delle attuali ricerche nei vari ambiti di conoscenza, pensiamo sia importante far procedere di pari passo l’informazione medico scientifica dei danni causati dal fumo e la riflessione sul significato psicologico dell’abitudine adottata.

Come dimostrano le evidenze cliniche, un approccio focalizzato soltanto su rimedi farmacologici e prescrizioni comportamentali, genera tassi di recidiva significativamente più alti di quelli generati da un modello d’intervento che dia spazio all’individuazione ed all’espressione degli aspetti inconsci del comportamento da eliminare/modificare.

La sinergia tra i due approcci crea una maggiore sensibilità nei confronti della tematica trattata che deriva dalla presa in carico della stessa a trecentosessanta gradi; questa consapevolezza facilita la creazione di un circuito virtuoso tra aspetti soggettivi ed oggettivi del comportamento rendendo più probabile la possibilità di un cambiamento.

Riteniamo inoltre che questa iniziativa, dando luogo a benefici concreti e tangibili, possa fare da volano per la diffusione di una cultura del benessere all’interno dei propri contesti di appartenenza (famiglia, amici, ecc)

A cura di Michela Bertoglio,
Business Developer Area Training
Stimulus Italia