Lo stonewalling nelle relazioni e sul lavoro

La comunicazione è un aspetto imprescindibile all’interno delle relazioni: significa mettere qualcosa in comune con l’altro, che siano pensieri, parole, comportamenti.

Imprescindibile e complessa, la comunicazione non è certo esente da sfide: pensiamo ai malintesi, ai fraintendimenti, alle comunicazioni incomplete, che spesso possono generare tensioni all’interno dei rapporti interpersonali.

In questo articolo ci concentreremo su una particolare modalità comunicativa, identificata e definita per la prima volta dal celebre psicologo John Gottman (1999): lo stonewalling.

Stonewalling: definizione e origini

Per stonewalling si intende un particolare comportamento relazionale che consiste letteralmente nel “costruire un muro di pietra” tra sé e l’altro.

Tra le possibili spiegazioni alla base del fenomeno vi è l’ipotesi che possa trattarsi di un meccanismo di difesa, correlato quindi a sentimenti di disagio e difficoltà vissuti dal partner che lo mette in atto, oppure di una modalità per manipolare l’esito della conversazione/discussione, o ancora di una modalità che prende forma per caratteristiche proprie della relazione e che risultano di difficile gestione.

Sembra verificarsi maggiormente all’interno di relazioni significative, come quella di coppia, in cui a mano a mano possono accumularsi dei mattoncini fatti di “non detti”: emozioni che non vengono condivise con l’altro, difficoltà che non vengono affrontate e risolte.

Stonewalling: le conseguenze nelle relazioni

Secondo Gottman lo stonewalling, se messo in atto ripetutamente all’interno della relazione di coppia, può rischiare, nel tempo, di condurre allo sfaldamento della relazione stessa.

Se ci pensiamo, come sarebbe avere a che fare con un partner che si sottrae ad ogni discussione, che ci restituisce il suo silenzio quando abbiamo bisogno di confrontarci su una decisione o che se ne va fisicamente mentre cerchiamo di parlargli/le?

A lungo andare, sperimentare l’inaccessibilità all’altro può generare in chi la vive sentimenti di frustrazione, rabbia, inadeguatezza.

Tale dinamica riguarda solamente le relazioni di coppia?

Lo stonewalling nel contesto lavorativo

La risposta è no: può insinuarsi in qualsiasi tipologia di relazione interpersonale, come quelle lavorative.

Può capitare, ad esempio, di collaborare a stretto contatto per un progetto con qualcuno con cui sperimentiamo difficoltà nella condivisione degli obiettivi o delle modalità per raggiungerli, oppure di essere messi in condizioni per cui la nostra opinione non viene mai richiesta o valorizzata.

Può succedere di sperimentare momenti di fatica dovuti al carico di lavoro e alla tensione delle scadenze da rispettare e di non trovare uno spazio d’ascolto da parte dei colleghi o dei propri responsabili.

Talvolta è possibile vivere delle frustrazioni che non sentiamo di poter condividere per timore delle possibili conseguenze, quindi ci “barrichiamo” dentro un muro fatto di silenzi e difficoltà a entrare in contatto con l’altro.

Come affrontare queste situazioni?

Sorgerà spontaneo domandarsi a questo punto come poter affrontare una situazione simile.

Partendo dal presupposto che non esistono bacchette magiche o soluzioni universali, vediamo quali potrebbero essere alcuni spunti su cui riflettere:

Se siamo noi a costruire muri con l’altro: da cosa deriva questa mia necessità? Qual è il disagio sottostante? Si tratta di un momentaneo bisogno di spazio?


Se è l’altro a mettere le distanze: ha a che fare con il periodo che la nostra relazione sta attraversando? C’è qualcosa che io possa fare per affrontare la situazione? È un bisogno dell’altro?


Riconoscere i primi “mattoncini” che si depositano e creare uno spazio di confronto prima che si eriga un muro.


Confrontarsi sulle motivazioni che hanno portato alla distanza, senza fretta e senza giudizi.


Focalizzarsi sulla dinamica e su come ci fa sentire, non attaccare la persona che la mette in atto (es. “questo silenzio non mi fa sentire bene” anzichè “sei tu che mi fai stare male!”).


Tenere presente che si tratta di una dinamica relazionale, quindi non è mai responsabilità di un interlocutore soltanto.


Non trarre conclusioni affrettate ed evitare di reagire di impulso: ciò porterebbe all’inasprirsi della rigidità.


Chiedere aiuto ad un esperto laddove la situazione risulti ingestibile.

In Conclusione

Lo stonewalling, come abbiamo visto, può generare sensazioni spiacevoli, come quella della solitudine.

Per essere affrontato richiede un livello di consapevolezza che talvolta necessita di un punto di vista esperto ed esterno, non coinvolto direttamente nella dinamica, che aiuti a comprenderne le origini e i meccanismi sottostanti andando a valorizzare le risorse presenti nei singoli individui, nella loro relazione e nel contesto, per poter trovare le soluzioni più indicate.

Marisabel Iacopino
Psicologa, Senior Service Coordinator
Stimulus Italia