L’importanza di prendersi una pausa
L’importanza di fare delle pause è fondamentale.
Potrebbe però capitare che:
- pur essendo a conoscenza del bisogno di staccare, non si riescano a rispettare le pause concordate;
- di riuscire a staccare ma poi non essere più capaci a “riprendere il ritmo”.
Ora, a ridosso dell’estate e delle “vacanze estive”, abbiamo deciso di approfondire l’argomento delle pause, di come prenderle e organizzarle in modo da non arrivare troppo affaticati a ridosso delle vacanze.
Le tipologie di pause
Esistono diversi tipi di pause che danno benefici differenti.
Le pause “rilassanti” sono quelle dedicate al proprio benessere psicofisico, come le passeggiate, lo stretching, lo yoga o le chiacchiere con gli amici. Queste sono le pause che permettono di “spegnere” i pensieri e le preoccupazioni, ci permettono di ricaricaci e rigenerarci.
Al contrario, le pause “cognitive”, quelle cioè in cui, invece di lavorare, si guardano i video, i social, si sorseggia il caffè rispondendo alle mail, non possono essere considerate vere e proprie “pause”. Infatti, anche se ci danno uno stato di gratificazione momentaneo, non aiutano a staccare realmente o a riposarsi.
Infine, ci sono delle pause chiamate “costruttive”. Quest’ultime sono molto utili per generare nuovi pensieri e guardare la nostra realtà in un’altra prospettiva.
In che cosa consistono, concretamente, le pause costruttive?
Le pause costruttive sono dei momenti in cui scegliamo, intenzionalmente, di non svolgere attività routinarie, come rispondere alle e-mail o partecipare a conference call. In questi momenti, per esempio, decidiamo di pianificare le nostre attività sul medio periodo, oppure facciamo un bilancio sulle attività svolte per capire in che cosa possiamo migliorare.
I vantaggi delle pause costruttive
Fare delle pause costruttive è utile per distanziarci da schemi di pensieri ripetitivi che, senza rendercene conto, possono incastrarci in cicli di pensieri e modelli di azione sempre uguali.
Vediamo allora quali sono i vantaggi delle pause costruttive.
- Stimolare la creatività
Quando lavoriamo funzioniamo in “modalità concentrata”, quindi è normale che dopo un po’ il cervello sia saturo. Per questo le pause permettono di staccarci e lasciare che una parte del nostro cervello divaghi liberamente, collegando idee apparentemente distanti tra loro e facilitando l’intuizione.
- Prendere decisioni migliori
La produttività è facilitata da obiettivi e scadenze ben definite, ma questo non significa che i ritmi di lavoro intensi promuovano la produttività. Serve alternanza di stimoli, controllo della situazione e lucidità, per questo le pause costruttive facilitano i processi cognitivi, in particolare l’attenzione e la memoria, e i processi decisionali.
- Generare nuove idee
Prendersi delle pause è l’unico modo per far spazio al nuovo. I periodi di stacco possono aiutare a cambiare certe abitudini e, più in generale, nel momento in cui prendiamo una pausa una parte della mente continua a “lavorare” su ciò che stiamo facendo, ma le consentiamo di farlo in modo diverso. Questo genera nuove idee, nuovi punti di vista e di conseguenza nuove soluzioni.
Prendersi una pausa nella quotidianità: buone pratiche da seguire
Vediamo alcune buone pratiche da seguire per riuscire a dedicare un po’ della nostra giornata a noi stessi.
- Staccare poco e più volte al giorno
È importante sottolineare che la pausa non deve essere per forza di lunga durata. Spesso bastano 10-15 minuti in cui possiamo dedicarci realmente ad altro, magari ripetuti più volte nell’arco della giornata.
- Fare delle pause attive
Molti di noi sono abituati a lavorare seduti per buona parte della giornata. Tuttavia, il corpo ha bisogno di movimento e attività per mantenere uno stato di salute ottimale, sia fisico che psicologico. Ecco perché è importante effettuare durante il corso della giornata delle pause attive.
- Sviluppare l’abitudine di staccare
Un’ulteriore implicazione è che “staccare” è un’attività spendibile in qualunque contesto. Non solo è utile sul lavoro, ma in qualunque attività in cui ci si immerge eccessivamente, rischiando di affaticarsi.
Ad esempio, pensare eccessivamente a un problema che ci preoccupa non è una soluzione funzionale, anzi è solo un altro modo per complicare la situazione. Anche qui l’atto di “staccare” si rivela un espediente formidabile, che dà più chance di venire a capo della questione.
Se in un determinato momento della nostra vita, difficile o faticoso, capiamo che non riusciamo a staccare, può essere utile chiedere un aiuto professionale per ricevere alcuni consigli adatti alle nostre esigenze.
A cura di Lorenza Pastore,
Psicologa e Formatrice Stimulus Italia