volto dietro bandiera Ucraina, conseguenze di una guerra sulla salute psicologica delle persone

Conflitto in Ucraina: quali sono gli effetti sulla salute psicologica?

[a cura di Stimulus Global]

Dall’inizio della guerra in Ucraina, abbiamo riscontrato delle forti emozioni tra i collaboratori dei nostri clienti europei. Quali sono le conseguenze di una guerra sulla salute psicologica delle persone?

In questa intervista Jacqueline Petkovic, psicologa specializzata in vittimologia e Sarah Chalandon-Goldman, psicologa del lavoro, ci aiutano a comprendere meglio gli effetti che lo scoppio di una guerra può causare sulla nostra salute mentale.

Quali aspetti rendono questo conflitto così sentito?

Per poter disporre di un quadro più consapevole, è opportuno tenere in considerazione le quattro caratteristiche principali di questo evento.

  1. Può essere considerato inedito

È importante considerare che l’ultima guerra in territorio europeo (o in prossimità geografica dei suoi confini) si era verificata nel 2008 in Georgia. Di conseguenza, per una parte della popolazione (specialmente per i trentenni) è come se quello attuale fosse il primo conflitto armato a coinvolgere l’Europa.

  1. Viene percepito come repentino

Penso che questa guerra abbia preso piede in maniera repentina, secondo quanto annunciato dai media. Fino a qualche settimana fa, pochi avrebbero scommesso sull’invasione dell’Ucraina.

Questa repentinità genera un senso di incertezza che aumenta la carica emotiva di ogni individuo – in quanto non è stato possibile prepararsi mentalmente a tale accadimento – e comporta un senso di instabilità.

Poiché ciascuno si è dovuto confrontare con una realtà brutale e del tutto inaspettata, questo fenomeno spinge il singolo individuo a considerare che le stesse dinamiche potrebbero presentarsi in altre aree della propria vita.

  1. Riconosciuto come un fenomeno ingiusto

Molti sono convinti che questa guerra sia ingiusta e che non abbia senso. Il fatto che la maggioranza non riesca ad attribuire un senso logico all’invasione dell’Ucraina può avere un ulteriore impatto sulla propria sensazione di precarietà.

I media giocano un ruolo fondamentale con la loro maniera di dipingere la personalità di Vladimir Putin che, in questo caso, viene definito come “un pazzo” e “pronto a tutto”. Infine, sembra che il presidente sia inarrestabile.

Come assumere, allora, un punto di vista razionale? Come trovare un po’ di pace?  Risulta ancora più complicato serbare la calma, dal momento che il potere nucleare è nelle mani di un personaggio che sarebbe capace di realizzare l’irrealizzabile.

  1. Il “colpo di grazia”

Peraltro, la guerra in Ucraina si sovrappone a un’altra crisi: ci stavamo lasciando alle spalle la crisi sanitaria, economica e sociale provocata dalla pandemia da Covid, quando ecco emergere un’altra crisi; indubbiamente di natura diversa ma simile nell’impatto.


Effettivamente, negli ultimi anni, la popolazione europea si è dovuta confrontare con eventi critici di varia natura, come il Covid e il conflitto in Ucraina. Quali sono le diverse conseguenze che queste crisi possono generare a livello individuale?

Dal mio punto di vista, in merito all’impatto emotivo sul singolo e sulla propria quotidianità, possiamo identificare due principali elementi che distinguono queste crisi.

In primo luogo, si ha un diverso grado di esposizione reale o percepito.

L’impatto che ha avuto il Covid dal 2020 ad oggi, date le evidenti conseguenze nella nostra vita quotidiana (lockdown, coprifuoco, mascherine ecc.) e l’immensa copertura mediatica associata, è innegabile.

Relativamente alla crisi in Ucraina, il nostro grado di esposizione è minimo o comunque ricco di contrasti.

Sebbene, ci siano delle vittime dirette e indirette in Europa, la maggior parte degli europei sono esposti a questo fenomeno solamente tramite i diversi media.

Che opinione hanno della crisi in Ucraina, coloro che non si informano?

Ad oggi, l’impatto emotivo può variare molto da persona a persona. Probabilmente, gli effetti aumentano in proporzione alle conseguenze sull’economia locale (benzina e bollette in aumento ecc.) e sullo stato emotivo (accoglienza del popolo ucraino in Europa).

In secondo luogo, si assiste ad una diversa maniera di relazionarsi con l’altro.

Se il covid incitava al distanziamento fisico e, quindi purtroppo, anche al distaccamento sociale, sembra che gli attentati e la guerra in Ucraina implichino un impatto favorevole sulla solidarietà e il sentimento di appartenenza collettivo.


Conseguenze di una guerra sulla salute psicologica: emozioni e pensieri

Quali sono le emozioni e i pensieri generati maggiormente da questa guerra?

Dal punto di vista emotivo.

A primo impatto, si manifestano sia nelle vittime dirette che indirette lo shock e il freezing. Quest’ultime sono le emozioni che molti cittadini europei hanno provato quando, la mattina del 24 febbraio scorso, è stato annunciato che il governo di Vladimir Putin aveva invaso l’Ucraina.

Successivamente, sia le vittime dirette che indirette, hanno sperimentato una condizione d’ansia generalizzata – una preoccupazione diffusa senza una ragione precisa – che si è concretizzata tramite fenomeni come l’ipervigilanza (un atteggiamento di allarme e forte sensibilità verso la realtà circostante), l’insonnia e l’insorgere di incubi.

Alcuni collaboratori delle aziende alle quali offriamo il nostro supporto come Stimulus, vivono questa condizione, pur non essendo necessariamente legati in particolar modo all’Ucraina o alla Russia.

Le vittime dirette tendono a somatizzare (ovvero ad esprimere e sperimentare le proprie emozioni attraverso un malessere fisico corporeo). La somatizzazione si manifesta nel momento in cui un individuo è così assorbito dalle circostanze esterne che è incapace di riflettere sulle proprie emozioni.

Al contrario, le vittime indirette possono sentirsi inutili perché per niente (o poco) coinvolte concretamente nella vicenda. Possono ritrovarsi a rimuginare o, addirittura, in preda a pensieri ossessivi.

Generalmente, oltre all’angoscia, subentrano dei sentimenti di ingiustizia, rabbia e tristezza. Nel caso delle vittime indirette, può, per giunta, manifestarsi un senso di colpa dovuto al fatto di non trovarsi sul luogo del conflitto.

Dal punto di vista comportamentale.

Gli individui desiderano dare un senso alla loro angoscia. Ne consegue una solidarietà generalizzata.

Le diverse manifestazioni, iniziative di colletta alimentare e di prodotti di igiene personale costituiscono degli esempi concreti. Le stesse dinamiche si sono verificate in occasione delle due crisi menzionate in precedenza: con gli attentati in Francia, attraverso degli assembramenti nei luoghi colpiti; con il Covid, mediante ad esempio gli applausi collettivi che venivano eseguiti alla sera nei vari paesi.

La solidarietà comporta un impatto positivo sullo stato emotivo delle vittime, se seguito da un’azione concreta.

Il fatto di agire avrà almeno tre benefici: ci si sentirà più utili; diminuiranno i rimugini e infine con essi, anche il sentimento di incertezza.

Di fatti, così facendo aumenterà la sensazione di avere la situazione sotto controllo: elemento chiave per un’efficace gestione dello stress.