Sindrome da burnout, uomo stressato al PC

Sindrome da burnout: come riconoscerla ed evitarla

Lavorare in un ambiente sano e gratificante incide considerevolmente sul nostro equilibrio e sul nostro benessere generale.

Può capitare però di trovarsi in una fase della vita professionale complessa o poco stimolante che ci fa sentire frustrati e senza energie.

A questo malessere nella sfera lavorativa, inoltre, si può aggiungere anche la necessità di dover gestire numerose sfide personali che non ci aiutano a trovare le forze necessarie per affrontare tutte queste difficoltà.

Questo malessere sempre più ingestibile quotidianamente prende il nome di burnout; termine che deriva dall’inglese “to burn out” che significa “bruciarsi”, “esaurirsi”.

Il burnout è uno stato di esaurimento sul piano emotivo, fisico e mentale che insorge in seguito a un accumulo progressivo di stress sul posto di lavoro.

Oggi, la sindrome da burnout è sempre più diffusa: 6 lavoratori su 10 riportano alti livelli di stress e soffrono di burnout in modo moderato o grave (Strecher, 2020).

Per questo motivo, è fondamentale imparare a riconoscere i segnali di elevato stress e comprendere come tutelarsi e prevenire l’insorgenza di un malessere più grave quale la sindrome da burnout.

Le componenti del burnout

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) definisce il burnout come una condizione caratterizzata da:

  • Sensazione di esaurimento o sfinimento: sentiamo di non avere energie personali, siamo demotivati e ci sentiamo incapaci di reagire.
  • Cinismo: viviamo il lavoro in maniera stressante e frustrante. Possiamo quindi diventare cinici e irritabili nel contesto lavorativo; inoltre, può capitarci di allontanarci emotivamente ed essere meno coinvolti o insensibili sul lavoro.
  • Calo dell’efficacia lavorativa: il burnout è profondamente legato al contesto lavorativo; perciò, ci sentiamo incapaci e inconcludenti circa i compiti a noi affidati, abbiamo difficoltà a concentrarci e siamo carenti dal punto di vista della creatività.

A livello organizzativo, ciò che può concorrere alla comparsa del burnout è un eccessivo carico di lavoro, l’assenza di gratificazioni sufficienti, una scarsa remunerazione e un ridotto senso di appartenenza nei confronti dell’organizzazione e/o del team.

Prestare attenzione a questi elementi ed essere disposti a condividere il proprio vissuto di stress con il proprio manager è fondamentale affinché questo non si trasformi in qualcosa di più grave, come il burnout.

Sindrome da burnout: come riconoscerla

Per poter riconoscere un eventuale condizione di burnout, è possibile prestare attenzione ad alcuni sintomi riconducibili a questa sindrome.

Tra i sintomi fisici troviamo: mal di testa, stanchezza, disturbi del sonno, tensioni muscolari, disturbi gastrointestinali, tachicardia, inappetenza, crisi di pianto.

Mentre, i principali sintomi psichici sono: calo della fiducia in sé stessi, irritabilità, bassa soddisfazione al lavoro, sensibilità allo stress, demoralizzazione, costante tensione e frustrazione.

Inoltre, per poter riconoscere la sindrome da burnout è importante conoscere la differenza tra stress lavorativo, burnout e depressione.

Se da una parte lo stress lavorativo è situazionale, ovvero arriva e se ne va in tempi brevi e può essere affrontato mediante l’adozione di soluzioni rapide; dall’altra il burnout è pervasivo e cronico e, per questo motivo, necessita di interventi strutturati e significativi.

Coloro che soffrono di burnout affrontano problemi ripetitivi, stressanti e ricorrenti che sono strettamente limitati alla sfera lavorativa.

Al contrario, la depressione è caratterizzata da pensieri e sentimenti negativi che non riguardano solo il lavoro, ma anche la vita privata e personale dell’individuo.

Migliorare la gestione dello stress: 5 consigli utili

Vediamo quali sono le possibili strategie che possiamo adottare per prendersi cura del proprio benessere, gestendo in modo sostenibile le sfide lavorative e lo stress che ne può derivare:

1. Porsi obiettivi realistici.

Definire degli obiettivi che siano in linea con le proprie capacità e con le proprie risorse riduce il dispendio di energie eccessivo e consente di focalizzarsi solo su ciò che è realisticamente raggiungibile.


2. Fare pause durante le ore di lavoro e applicare tecniche di rilassamento fisico e mentale.

È importante prendersi dei momenti per allontanarsi dalle fonti di stress e dalla frenesia che a volte possono caratterizzare i contesti lavorativi. Avvicinarsi a pratiche di rilassamento come la Mindfulness può aiutare a focalizzare l’attenzione sul momento presente. Ad esempio, durante la mattinata o il pomeriggio, oppure al termine di una riunione impegnativa, potrebbe essere utile prendersi cinque minuti per fare una breve camminata o ascoltare un breve podcast sulla meditazione.


3. Cercare sostegno all’interno del proprio team di lavoro.

La collaborazione e la comunicazione chiara all’interno di un team permettono di evitare che si creino squilibri nei carichi di lavoro e conflitti di ruolo, frequenti fonti di stress per i collaboratori. Ad esempio, potrebbe essere utile programmare dei momenti di confronto periodici in cui il team si allinea sui progetti e riporta eventuali problemi incontrati durante il lavoro. È importante che la spinta a creare un clima disteso venga in primis da noi stessi, senza aspettare che siano gli altri per primi a offrirci supporto o a mostrarsi cordiali.


4. Time management.

Una delle abitudini più importanti per contrastare lo stress consiste nel saper gestire il proprio tempo in modo efficace. Le “to do list” possono aiutarci a farlo perché permettono di organizzare efficacemente la giornata lavorativa dando un ordine di priorità agli impegni e facilitando la definizione delle risorse e del tempo a disposizione.


5. Imparare a porre dei limiti.

Bisogna imparare a riconoscere quando si è troppo oberati di lavoro comunicandolo al proprio responsabile. Inoltre, è utile cercare di definire orari chiari di inizio e fine della giornata lavorativa cercando di limitare il più possibile le “invasioni di campo” tra vita privata e vita lavorativa. Questa è una buona abitudine che va a tutelare il benessere personale e proteggere l’equilibrio familiare.

Conclusioni

Come abbiamo visto, lo stress lavorativo può raggiungere condizioni estreme generando disagi psicologici e fisici, come la sindrome da burnout, che rendono impossibile svolgere adeguatamente le proprie mansioni lavorative e godere di un buono stato di salute.

I consigli sopracitati rappresentano un modo per imparare a gestire in modo sostenibile le sfide personali e professionali, e in generale, il proprio stato di salute. Tuttavia, è bene specificare che, nel caso in cui si sperimentassero sintomi o segni significativi di burnout è consigliabile contattare un professionista che possa garantire un valido supporto e aiuto.

Arianna Giordano, Junior Consultant Stimulus ItaliaArticolo a cura di
Arianna Giordano,
Junior Consultant,
Stimulus Italia