Come staccare dal lavoro? Entrare nel flow
Quando si avvicina il periodo della pausa estiva è comune sentirsi in bilico tra differenti stati d’animo:
- l’intenso desiderio di andare in ferie e finalmente staccare;
- la fatica a cambiare routine e ad interrompere gli impegni lavorativi;
- il timore della mole di lavoro una volta rientrati.
Nell’articolo di oggi vedremo in quali situazioni può presentarsi più frequentemente questa difficoltà a staccare dal lavoro, come ad esempio quando si verifica un disequilibrio tra vita lavorativa e personale.
Vedremo poi in che modo favorire il passaggio dalla routine lavorativa a quella tipica delle vacanze; infine elencheremo alcuni consigli per facilitare l’entrata in ferie.
Workaholism e mancanza di work-life harmony
La routine professionale, spesso frenetica e tavolta sostenibile con molta fatica, può comportare un esaurimento delle nostre risorse ed una conseguente difficoltà a dedicarsi alle attività al di fuori del lavoro. Questo circolo vizioso provoca uno stress sempre più intenso e rende estremamente impegnativo trovare la motivazione per occuparsi di sé.
Quando ci troviamo in una situazione come questa, probabilmente è perché non è stato possibile trovare un equilibrio tra gli impegni lavorativi e i bisogni della vita privata. Potrebbe cioè essere stato difficile costruire quella che è definita Work Life Harmony.
La Work Life Harmony è una nuova prospettiva attraverso cui guardare la gestione del tempo e delle proprie risorse. Il concetto alla base è che i due ambiti della vita personale e lavorativa non siano in competizione tra di loro, bensì due aspetti che si integrano e coesistono. La mancanza di Work Life Harmony può rendere complicato e difficoltoso interrompere la routine professionale per andare in ferie perché si sente la pressione dei compiti lavorativi, del proprio ruolo all’interno dell’azienda e delle responsabilità.
Inoltre, il lavoro agile e da remoto che molti portano avanti, oltre ad aver avuto risvolti positivi come la flessibilità e l’alto livello di autonomia ha comportato anche la difficoltà ad impostare dei confini tra lavoro e vita privata, rischiando così di non smettere veramente mai di lavorare.
Un’altra condizione in cui è possibile ritrovarsi, e conseguentemente fare fatica a staccarsi dal lavoro, è quella del workaholism, che spesso viene definita come dipendenza da lavoro. Nella comunità scientifica non esiste ancora una visione comune e condivisa sugli aspetti che definiscono tale concetto.
È certo che il termine workaholism indichi un comportamento inerente al lavoro:
- la persona ricerca compulsivamente impegni lavorativi, aumentando così il carico di lavoro;
- fatica a staccarsi dalla propria routine lavorativa e a ridurre i compiti ad essa connessa.
Nel loro studio Aziz, Bellows e Wuensch (2021) individuano la relazione tra workaholism e affettività negativa, definita come la presenza di emozioni quali rabbia, distress eccessivo e paura. Tale relazione può favorire inoltre il manifestarsi di sintomi depressivi e ansiosi.
In una condizione come questa, fatta di intensa dedizione al lavoro oltre il limite delle proprie risorse, e la presenza di stati d’animo spiacevoli, può risultare estremamente difficile uscire dalla propria routine lavorativa.
Staccare dal lavoro: come entrare nel flow
È importante sottolineare che se ci troviamo a vivere una condizione come quella appena descritta, in cui il malessere individuale è intenso e difficile da gestire, è consigliabile rivolgersi ad un professionista della Salute Mentale, che possa aiutarci a guardare più lucidamente ciò che stiamo vivendo e a trovare delle strategie.
Nel momento in cui, invece, siamo di fronte ad una fatica a bilanciare gli impegni lavorativi con quelli privati e si nota una difficoltà a staccarsi dal lavoro in previsione della pausa estiva, una soluzione potrebbe essere dedicarsi ad attività che stimolano il flow.
Il flow – letteralmente il flusso –, detto anche Esperienza Ottimale, viene definito da Csikszentmihalyi (1975) come una particolare condizione di assorbimento e di coinvolgimento nello svolgimento di un’attività.
Il flow è caratterizzato da:
- concentrazione intensa, spontanea e senza sforzo;
- pieno senso di controllo sulla situazione e sull’attività svolta;
- percezione di fluidità totale e di mancanza di ostacoli nello svolgimento dell’azione;
- la motivazione a svolgere l’attività è data dall’attività stessa.
L’esperienza di flow ci aiuta a stare nel momento presente, senza la necessità di controllare quello che accade intorno, perché siamo intensamente concentrati nella nostra attività.
Dedicarsi ad attività che fanno vivere il flow dà la possibilità di allenare la propria mente ad uno stato di coscienza più fluido e aperto, facilitando, di conseguenza, la sua flessibilità nella quotidianità, come ad esempio l’accettare lo stacco dalla routine lavorativa.
Alcuni consigli pratici
Oltre ad allenare la propria mente ad entrare in uno stato di flow, in previsione delle ferie che arrivano possiamo mettere in pratica delle semplici azioni, volte a facilitare il passaggio dalla routine lavorativa a quella estiva.
1. Pianificare l’arrivo delle ferie: è sempre utile partire con largo anticipo sia nella scelta del periodo di ferie sia nella pianificazione delle settimane precedenti la pausa da lavoro.
2. Impostare delle priorità: nella pianificazione delle ultime settimane prima delle ferie è utile dedicarsi ai compiti con priorità alta e programmare i restanti in corrispondenza del nostro rientro.
3. Organizzare e delegare il lavoro: se c’è qualcuno che ci sostituirà, è bene prima di partire organizzare per loro i compiti e le attività che dovranno svolgere.
Una volta che si è in ferie, potrebbe essere utile prevedere dei giorni cuscinetto prima e dopo l’effettiva vacanza, così da avere un momento di decompressione in cui entrare gradualmente nel ritmo diverso.
Durante il periodo di vacanza è molto importante spegnere i dispositivi e disconnettere i profili legati al lavoro, evitando così di ricevere notifiche in merito: una possibilità alternativa, soprattutto se si ricopre un ruolo decisionale ed apicale, è lasciare un contatto di emergenza e delle istruzioni che indichino come e quando procedere con l’eventuale contatto in caso di bisogno.
A cura di Valentina Marchionno,
Network Coordinator
Stimulus Italia