come coltivare l'ottimismo, volto donna sorridente

Come coltivare l’ottimismo per incrementare benessere e performance

Spesso quando si parla dell’importanza di essere ottimisti e di coltivare un pensiero positivo, se non si spiega chiaramente che cosa si intende, si rischia di alimentare l’idea (un po’ banalizzata) che si tratti semplicemente di ripetersi come fosse un mantra “Dai che ce la fai”, “Andrà tutto bene” ogni volta che ci si accinge ad intraprendere una qualche attività.

Se poi capita che queste azioni non diano i risultati sperati, in questo modo non si fa che alimentare ancora di più la sfiducia nella possibilità di incidere positivamente sulla propria vita, personale e professionale.

In realtà, è bene subito sgombrare il campo da un equivoco:

la vera essenza dell’ottimismo non sta tanto in ciò che ci diciamo prima di fare qualcosa, ma in ciò che pensiamo quando agiamo.

Gli stili di pensiero

Come coltivare l’ottimismo allora? Andiamo per gradi.

La differenza la fa il nostro “stile esplicativo di pensiero”.

Che cosa si intende per “stile esplicativo”?

Sostanzialmente è il modo abituale in cui raccontiamo a noi stessi gli eventi che ci capitano ed è un punto fondamentale, perché da questo dipenderanno i comportamenti che metteremo in atto per farvi fronte.

Immaginiamo uno schema A-B-C.

(A) è l’avvenimento in cui siamo coinvolti. Ad esempio, un progetto professionale che ci viene assegnato, un conflitto all’interno del nostro team di lavoro, una vendita andata male.

(B) è la spiegazione che forniamo a noi stessi di quanto è accaduto: “Il progetto è andato male perché sono un incapace” oppure “I membri del team non sono assolutamente adatti a lavorare insieme”. E ancora “Oggi il cliente deve aver passato una brutta giornata, sarebbe stato impossibile vendergli qualcosa”.

(C) sono i comportamenti che mettiamo in atto proprio in conseguenza di queste spiegazioni. Se penso di essere un incapace, difficilmente farò qualcosa per cambiare la situazione, semplicemente perché non crederò di essere in grado di farlo.

uomo sorridente, riflette

Ottimisti e pessimisti

È chiaro che allora B, lo stile esplicativo, diventa il punto fondamentale che fa la differenza tra un pensiero cosiddetto ottimista e uno pessimista.

Che cosa differenzia i due stili di pensiero?

Per rispondere a questa domanda, dobbiamo prendere in considerazione 3 parametri, che poi sono quelli che strutturano il nostro stile esplicativo:

  • Personalizzazione: quanto attribuisco la colpa/merito di quello che è successo a me piuttosto che agli altri o a fattori esterni.
  • Permanenza: quanto credo che le cause degli eventi positivi/negativi dureranno nel tempo.
  • Pervasività: quanto un evento in una certa area della mia vita è in grado di impattare positivamente/negativamente anche su tutte le altre aree.

L’ottimista crede di avere il merito degli eventi positivi, mentre tende ad attribuire a fattori esterni la causa di quelli negativi. Se sperimenta un insuccesso, tende a pensare che non durerà molto a lungo ed è in grado di circoscriverlo a quell’ambito specifico, mantenendo così la motivazione e la performance negli altri.

Al contrario, se sperimenta un successo, tende a pensare che durerà nel tempo e questo gli darà una carica per affrontare anche le altre sfide del quotidiano.

Un pessimista, invece, pensa esattamente all’opposto. Si attribuirà le colpe dei fallimenti, ma non i meriti dei successi. Vedrà i primi come eterni, temporanei i secondi. Se sperimenta un insuccesso lavorativo, probabilmente si sentirà un fallito in tutti i contesti di vita, mentre se avrà successo in uno di questi, tenderà a circoscriverlo solo a quello specifico ambito.

Riprendiamo l’esempio della vendita andata male e proviamo a confrontare le possibili spiegazioni di un’ottimista e di un pessimista secondo i tre parametri:

  • Personalizzazione: l’ottimista dirà “Il cliente deve aver passato una brutta giornata”, il pessimista “Non sono un bravo venditore”.
  • Permanenza: l’ottimista dirà “Con questo cliente è andata così, con il prossimo andrà sicuramente meglio”, il pessimista “Non riesco mai a chiudere una vendita”.
  • Pervasività: l’ottimista dirà “in questa vendita non sono stato efficace”, il pessimista “Sono un buono a nulla”.

Le spiegazioni del pessimista tendono a generare sfiducia, senso di impotenza, e la credenza di non avere la possibilità di incidere nelle situazioni.

Al contrario, quelle dell’ottimista alimentano la motivazione, il senso di efficacia personale, la speranza.

Come coltivare l’ottimismo: consigli pratici

La buona notizia è che se non siamo “nati” ottimisti, possiamo imparare ad esserlo.

Ecco alcuni consigli per cominciare ad intervenire sul nostro stile di pensiero pessimista:

Attento agli automatismi: quando ci capita qualcosa, non diamo per scontato il modo in cui ce lo raccontiamo. Soffermiamoci invece a valutarlo secondo i 3 parametri che abbiamo visto.


Attento alla… grammatica: facciamo attenzione a tutte le volte che usiamo parole come “Io”, “me”, “Sempre”, “Mai”. Se li riscontriamo in grande numero, è probabile che ci stiamo dando spiegazioni personali, permanenti e pervasive. Bene per gli eventi positivi, molto rischioso per quelli negativi.


Fuori le prove: le nostre spiegazioni pessimistiche il più delle volte sono esagerate. Chiediamoci allora “Che prove ho di quello che sto dicendo?”.


Ricerca l’alternativa: quando ci spieghiamo le cause di un certo evento, non soffermiamoci alla prima cosa che ci viene in mente, perché probabilmente risentirà maggiormente del nostro stile abituale. Diamoci sempre almeno una spiegazione alternativa.


Contestualizza: privilegiamo il più possibile spiegazioni puntuali, specifiche, legate al contesto. Più sono “universali” più saranno rischiose se abbiamo una tendenza al pessimismo.


La letteratura ha mostrato che le persone ottimiste sperimentano livelli maggiori di benessere, vivono più a lungo, sono più produttive ed efficaci nel lavoro. È proprio il caso di dire allora che imparare ad essere ottimisti conviene!

A cura di Marco Florio,
Psicologo Team Stimulus Italia

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