Siblings: il ruolo invisibile dei fratelli e delle sorelle di persone con disabilità

Siblings

Luglio è il Disability Pride Month, un momento per celebrare le storie di chi vive direttamente e indirettamente condizioni di disabilità. Un ruolo spesso invisibilizzato ma fondamentale è rivestito dai siblings. I fratelli e le sorelle di persone con disabilità che si trovano a dover vivere sfide complesse nella conciliazione tra il tempo di cura, personale e lavorativo.

Chi sono i Siblings e in cosa differiscono dagli altri Caregiver?

I siblings sono fratelli e sorelle di persone con disabilità e figure che svolgono un ruolo spesso cruciale nel sistema familiare. È importante ricordare, inoltre, che anche persone con disabilità possono essere siblings a loro volta. Condizione che, a fronte di scarsi supporti, può rendere l’equilibrio di vita ancor più delicato.

Secondo quanto riportato da Parent Project, un’associazione di pazienti e genitori con figli affetti da distrofia muscolare di Duchenne e Becker, in Sibling, fratelli invisibili, tra i fattori che maggiormente influenzano il legame tra fratelli/sorelle vi sono l’ordine di genitura e il genere.

L’ordine di genitura poiché spesso si verifica un’assunzione di responsabilità e lo svilupparsi di specifiche dinamiche familiari. Queste cambiano se si è quasi coetanei o se vi sono diversi anni di differenze. Rispetto al genere, invece, emerge che le sorelle soprattutto se maggiori presentano livelli di stress più alti perché coinvolte in maniera più diretta nel lavoro di cura.

A differenza di altri caregiver, fratelli e sorelle di persone con disabilità devono bilanciare le proprie aspirazioni con un impegno familiare spesso informale e che non sempre beneficia di riconoscimenti istituzionali. Questo li rende particolarmente vulnerabili a tensioni emotive che possono riflettersi anche sul lavoro.

La sfida dei Siblings lavoratori

La pressione emotiva e il carico di cura, spesso non riconosciuti, incidono sul benessere personale e sulle performance lavorative, soprattutto quando un sibling resta l’unico caregiver di riferimento. Oppure, qualora divenisse anche genitore, dunque assumendo un doppio ruolo di caregiving o triplo qualora dovesse anche, contemporaneamente, far fronte all’invecchiamento dei propri genitori.

Alimentando una condizione di stress, senso di colpa e difficoltà nel trovare tempo per sé.

Cosa possono fare le aziende per sostenerli?

Le aziende possono rivestire un ruolo chiave nel creare ambienti di lavoro inclusivi e di supporto per i siblings. Partendo proprio dal riconoscimento di questo ruolo. Alcune azioni concrete che possono essere messe in atto sono:

• Flessibilità oraria e smart working: Permettere orari adattabili, lavoro da remoto o permessi ad hoc per far conciliare esigenze familiari e professionali;

• Supporto psicologico e sociale: Offrire servizi dedicati per gestire le proprie emozioni e che supporti il sibling nell’intercettare delle risorse utili, al fine di migliorare il suo benessere;

• Gruppi di confronto interni: Proporre incontri tematici o gruppi di ascolto, può facilitare lo scambio tra collaboratori e collaboratrici con esperienze simili al fine di creare comunità e supporto reciproco

Le aziende hanno oggi l’opportunità — e la responsabilità — di creare spazi di lavoro inclusivi, flessibili e consapevoli delle diverse forme di caregiving. Azioni concrete come quelle sopra descritte possono fare la differenza. Non solo per il benessere del collaboratore e della collaboratrice, ma anche per migliorare il clima aziendale e la retention.

Riconoscere e sostenere i siblings significa abbracciare una cultura del lavoro che accoglie le complessità della vita di ciascuno.

 

 

Veronica Preti
Social Care Specialist