Vodafone: sostenibilità e benessere per la Salute Mentale

Barbara Aboaf, HSE Manager, Vodafone.

Barbara Aboaf è HSE Manager di Vodafone. È responsabile della tutela della salute, sicurezza e benessere all’interno dell’organizzazione. Si occupa del miglioramento della cultura della salute e della sicurezza delle persone in Vodafone e di tutti coloro che lavorano e collaborano con l’organizzazione. Tra i principali obiettivi, prevenire infortuni e incidenti e contribuire a creare un ambiente di lavoro dove il benessere e l’engagement delle persone possano davvero fare la differenza e creare valore per Vodafone.

Quali sono state le principali sfide affrontate nel 2023 in ambito di Mental Health at Work e Benessere Psicologico?

Se la pandemia ha messo in evidenza l’importanza del benessere psicologico, emotivo e fisico delle persone anche all’interno dei luoghi di lavoro, ad oggi è ormai evidente che questo aspetto sia diventato parte integrante della strategia di tutte quelle organizzazioni che vogliono mettere al centro le proprie persone.

Una delle principali sfide è stata quella di riorganizzare i luoghi di lavoro dopo la pandemia con diversi livelli di intervento (dal ripensamento degli spazi aziendali alle nuove forme di lavoro ibrido)

Tutto questo ha permesso di ripensare al modo di lavorare e di creare un ambiente di lavoro che fosse il più flessibile, inclusivo, salutare e sostenibile possibile. Nel 2023 questo percorso di trasformazione è continuato, e per accompagnare e supportare le persone è risultato essenziale l’ascolto delle loro esigenze, la capacità di cogliere segnali di debolezza, incertezza o preoccupazione, il senso di stress e di malessere percepito o vissuto, generato anche dall’incertezza del contesto economico e sociale.

Saper cogliere questi segnali e gestirli in modo preventivo e proattivo è diventato fondamentale per poter mantenere un alto livello di engagement delle persone, contribuire a mantenere una cultura aziendale sana e allo stesso tempo abilitare performance migliori da parte dell’organizzazione nel suo complesso.

L’interesse nei confronti della salute mentale è cresciuto notevolmente e con esso anche il bisogno di politiche di social wellbeing che tengano conto anche delle sfide esterne che le persone si trovano a dover affrontare.

In un contesto in profonda trasformazione, è inoltre importante porre attenzione al ruolo dei manager: questi i trovano ad affrontare una vera e propria trasformazione del loro ruolo, che porta necessariamente a considerare sempre di più le competenze legate alla gestione relazionale delle persone. Il leader deve quindi saper mantenere alto l’engagement e lo spirito di squadra, in un contesto organizzativo che deve conciliare flessibilità, autonomia e benessere.


Quali le principali iniziative realizzate dalla tua organizzazione?

Abbiamo continuato a promuovere tra le nostre persone, in tutte le occasioni possibili, il nostro servizio di ascolto e supporto psicologico, con l’obiettivo non solo di farlo conoscere ma anche per costruire e promuovere una cultura del benessere e nel supportare le nostre persone a trovare un corretto equilibrio in termini di salute fisica e psicologica.

Abbiamo dato spazio ad un’altra iniziativa a noi molto cara, ovvero il servizio socio assistenziale, un servizio di supporto e orientamento su temi riguardanti la cura della persona e dei famigliari. Sono stati organizzati degli incontri dedicati a cui abbiamo fatto seguire dei corner one to one, per un confronto diretto con il care manager, alla ricerca di soluzioni specifiche e individuali.

Un altro progetto ha invece coinvolto le figure manageriali, che hanno dovuto affrontare la trasformazione del proprio ruolo: se durante la pandemia si sono confrontati con una nuova modalità di lavoro totalmente a distanza, in una seconda fase hanno dovuto mettersi alla prova con una una nuova forma di lavoro ibrido, che ha cambiato i paradigmi di un nuovo modello di leadership, basato sempre più su delega, fiducia e cooperazione. Abbiamo quindi creato dei momenti di incontro fra le figure manageriali, moderati da uno psicologo del lavoro, durante i quali era possibile confrontarsi su diverse aree di intervento. Sono emerse così alcune aree di confronto trasversali all’organizzazione, quali tempo e carichi di lavoro, stress e work life balance, riconoscimento dei segnali di malessere delle persone, che richiedevano una priorità di intervento.


Quali pensi siano i trend che ci attendono nel 2024 in materia di Salute Mentale?

Il 2024 porterà con sè sicuramente gran parte dei bisogni che abbiamo fino a qui evidenziato.

Quello che emergerà in modo forte è l’aumento del bisogno di cura (dai bisogni correlati alla genitorialità al caregiving, alla necessità di supporto per cure sanitarie, diagnosi, ricerca di strutture adibite a cure specifiche) e dell’impegno delle aziende, con politiche e strumenti di welfare, nel far fronte alle necessità delle proprie persone e a supportarle in ambito lavorativo e privato.

Altri temi su cui si porrà sempre più attenzione saranno quelli del work life balance, nel trovare quindi un equilibrio in termini di salute fisica e psicologica, come pure del Financial Wellbeing.

Le sfide quindi anche per il 2024 non mancheranno e le parole d’ordine per le organizzazioni rimarranno flessibilità, attenzione al benessere e ascolto.