Benessere

Promuovere il benessere psicologico al lavoro e nella vita quotidiana

Quando si parla di benessere solitamente si pensa ad uno stato di buona salute.

Secondo l’OMS (1948) la salute è “uno stato di benessere fisico, mentale e sociale e non solamente assenza di malattia o infermità”, definizione che supera l’approccio medico e implica il prendere in carico la persona nel suo complesso. Non si parla più, quindi, solo di assenza di malattia, ma della possibilità per la persona di raggiungere delle adeguate condizioni sociali (economiche, lavorative, abitative etc.) e uno stato di equilibrio psicologico ed emotivo.

Se da un punto di vista strettamente oggettivo possiamo pensare alla salute e al benessere come a uno stato di assenza di malattia unito alla presenza di buone condizioni socio-economiche, da un punto di vista soggettivo, invece, il discorso si amplia: soggettivamente possiamo parlare di benessere come uno stato di piacere e soddisfazione dovuto al raggiungimento di obiettivi personali, ma non solo: è infatti altrettanto importante mettere la persona nelle condizioni di poter realizzare e incentivare tutte le sue potenzialità, ovvero di raggiungere un equilibrio tra risorse personali e ambientali.

Si può affermare che una persona sia in uno stato di benessere soggettivo se:

  • Può raggiungere obiettivi significativi per se stessa
  • È in grado di mobilizzare e sviluppare risorse
  • Può interagire a livello sociale e nelle relazioni interpersonali

Gli interventi per promuovere il benessere psicologico sono molti:

  • Training di rilassamento psico-fisico e gestione dello stress (rilassamento muscolare progressivo, training autogeno, tecniche di meditazione e di visualizzazione e controllo della respirazione)
  • Tecniche per migliorare la gestione degli stati emotivi
  • Training di assertività, volti all’apprendimento e al potenziamento delle capacità comunicative e relazionali della persona
  • Riconoscimento e potenziamento delle proprie capacità relazionali e sociali
  • Cura del sonno e dell’alimentazione
  • Training di incremento dell’autostima, tramite l’attivazione delle risorse psicologiche individuali
  • Gestione dei disturbi psicosomatici e del dolore cronico, quali cefalea, contratture muscolari, mal di schiena, mal di testa; ipertensione, disturbi digestivi
  • Training per la gestione del peso corporeo, che può essere molto utile per aderire con successo alle regole di un piano alimentare volto alla perdita di peso, imparando a gestire efficacemente i momenti di frustrazione e l’emotività incontrollata che spesso porta a sovralimentarsi
  • Disassuefazione dal fumo, attraverso la gestione dell’impulso a fumare, l’educazione alla salute, la sostituzione e la promozione di comportamenti maggiormente salutari

La psicologia del benessere non si occupa di stati patologici, ma ha lo scopo di aiutare le persone a esprimere il loro potenziale, a padroneggiare più efficacemente le situazioni vissute, uscendo da situazioni di “blocco” o “sovraccarico” in cui si può avvertire stress, si possono presentare varie lamentele somatiche e/o si può avere l’impressione di non essere in grado di prendere decisioni o risolvere i propri problemi della vita quotidiana.

La linea da seguire è quella del “benessere psicofisiologico”, cioè la ricerca di un equilibrio psicofisico che si traduce in uno stile di vita più sano, non all’insegna dello stress e delle tensioni muscolari che portano ad ansia, insonnia, nervosismo persistente, mal di testa, problemi di alimentazione, ecc.

Generalmente, dopo un intervento di psicologia del benessere le persone riferiscono di essere usciti da questi stati di “blocco” e si percepiscono più efficaci e in grado di gestire i loro vissuti. Ciò significa non sentirsi più in balia degli eventi, ma padroni della propria vita e più in grado di determinare gli eventi. Nel contempo possiamo aspettarci una significativa riduzione, fino alla scomparsa, dei disagi somatici.

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