Come affrontare il post-partum. Mamma che tiene in braccio bambino piccolo

Diventare genitori: i falsi miti del post-partum

Come affrontare il post-partum?

Diventare genitori è un passaggio di vita all’interno della coppia che non solo comporta un cambiamento a livello di organizzazione della quotidianità, ma produce anche una trasformazione interna, a livello di immagine di sé, per entrambi i genitori.

Nell’articolo di oggi vedremo quali sono le principali aspettative che i genitori stessi, ma anche la società, nutrono nei confronti di questa fase vita, scoprendo anche quelli che possono essere dei falsi miti ad essa legati. Descriveremo quello che è il processo trasformativo che comporta il diventare genitori, soffermandoci in particolare sul periodo post-partum.

Infine, dedicheremo le conclusioni alle azioni e alle pratiche che possono essere di supporto alla neo-coppia genitoriale.

Aspettative e falsi miti del diventare genitori

Nella nostra cultura, il momento del diventare genitori viene tipicamente idealizzato e romanticizzato. Porta con sé numerose aspettative legate sia alla performatività – cosa fare, come farlo, quanto essere capace, essere accudenti e disponibili sempre – sia alle emozioni che si proveranno – sentirsi sempre bene e felici, essere entusiasti e positivi, sentirsi innamorati del partner e del bambino.

È evidente quanto sia fuorviante concepire la genitorialità secondo questi standard rigidi e, al tempo stesso, quanto sia poco sostenibile per la coppia genitoriale pretendere che la propria esperienza segua questi dettami.

Un falso mito molto diffuso è che i genitori, una volta nato il figlio, sappiano già come comportarsi e cosa fare, e siano già in grado di far fronte alle sfide che la nascita porta con sé. In realtà, è fondamentale rendersi conto che, per quanto l’arrivo di un figlio sia un’esperienza ricca di gioia e meraviglia, è comune provare emozioni ambivalenti e negative. È naturale vivere un senso di spaesamento di fronte ai compiti nuovi che ci si trova ad affrontare e al cambiamento degli equilibri della coppia, che da coniugale è diventata genitoriale.

Un altro falso mito, legato soprattutto alla figura materna, è che la madre non possa permettersi di stare male e di fermarsi. Durante la gravidanza la donna va incontro ad un profondo mutamento psicologico e fisico, che continua anche dopo la nascita del figlio. Accade, perciò, che possa provare emozioni e pensieri spiacevoli o che fatichi a prendersi cura del neonato. Queste sensazioni non corrispondendo alle credenze e alle aspettative collettive legate alla maternità, possono portare la donna a sentirsi inadeguata e in colpa nel non soddisfare appieno i bisogni del figlio.

Molti genitori riferiscono come già dall’attesa, durante la gravidanza e fino al periodo post-partum, sia stato e sia complesso affrontare le richieste poste dal bambino e il cambiamento di abitudini, e quanto il percorso della genitorialità abbia generato in più occasioni sentimenti di sconforto. Provare queste sensazioni non è affatto inusuale e per questo può essere riconosciuto senza timori o vergogne.

Come affrontare il post-partum: alcuni consigli

Il periodo post-partum rappresenta una fase cruciale nella vita di chi diventa genitore: infatti, l’adattamento ad una nuova realtà può risultare estremamente complesso.

La scelta di intraprendere questo percorso scatena un profondo cambiamento, a livello sia individuale sia di coppia.

A livello individuale, perché l’immagine di sé muta: oltre a quelle già presenti (essere figlio, essere amica, essere donna, essere professionista…), si aggiunge anche quella di essere genitore. Per quanto riguarda la dimensione della coppia poi, si presenterà l’esigenza di cercare nuovi equilibri e compromessi: sarà fondamentale instaurare una comunicazione aperta riguardo ai propri sentimenti, esprimere i bisogni personali e trovare soluzioni alternative, al fine di creare nuovi accordi che rispettino le esigenze di entrambi.

La nascita del figlio e il momento del post-partum incidono profondamente sulle aspettative che entrambi i genitori avevano creato nel periodo della gravidanza. È naturale che durante la gestazione, entrambi i genitori abbiano fantasie su come sarà e come vorrebbero che sia il proprio bambino; su come saranno loro in quanto genitori; immaginare nei minimi dettagli l’esperienza della nascita. È importante che tutte queste aspettative si trasformino in un autentico desiderio di conoscenza della nuova persona che verrà al mondo, perché inevitabilmente il bambino reale che nascerà non corrisponderà al bambino immaginato fino a quel momento.

Nel periodo post-partum è cruciale porre attenzione alla salute mentale della madre, essendo questo un periodo estremamente delicato, in cui la donna può sperimentare un calo dell’umore e un’instabilità emotiva. Le sollecitazioni psicologiche e affettive e le fluttuazioni ormonali tipiche di questi primi giorni possono favorire il manifestarsi di alterazioni dell’umore.

L’alterazione dell’umore più comune è il cosiddetto baby blues, ovvero una condizione transitoria, che di solito si risolve spontaneamente, in cui la neomamma può sperimentare irritazione, tristezza e cambiamenti dell’umore repentini. La depressione post-partum, invece, differisce dal baby blues per gravità e durata. La donna può provare profonda tristezza, disinteresse o perdita di piacere nelle attività quotidiane, sentimenti di colpa e di inutilità. Questa condizione può iniziare nelle prime settimane dopo il parto, ma può protrarsi per mesi o anche oltre un anno se non trattata.

Conclusioni

Alla luce di quanto detto, appare di fondamentale importanza per la coppia genitoriale dedicarsi un tempo e uno spazio in cui pensare e costruire insieme questo cambiamento.

Può essere utile rivolgersi a dei professionisti che possano accompagnare i neogenitori in questa fase:

  • Psicologi, psicoterapeuti e pedagogisti specializzati nella genitorialità, in caso di sbalzi d’umore, difficoltà nel relazionarsi all’interno della coppia e con il figlio, necessità di avere maggiori strategie e strumenti educativi.
  • Ostetriche e puericultrici, per domande legate al sonno, all’allattamento e all’alimentazione complementare.

In generale, è buona abitudine mantenere i propri spazi individuali, creare degli spazi esclusivi per la coppia e dei momenti con tutta la famiglia: non è necessario pensare a delle attività particolari, bastano cose semplici, in grado di rilassarci, come ad esempio una passeggiata o una cena d’asporto. L’obiettivo è quello di riuscire a integrare tutti gli aspetti di noi (come persone, come coppia, come genitori e come coppia genitoriale), seppur con nuove modalità, e concedere a ciascuno di questi il giusto spazio.

Nel periodo sia della gravidanza che subito dopo il parto, può essere utile anche leggere dei libri che possano accompagnare la coppia in questo cambiamento. Ecco alcune proposte:

  • Diventiamo mamma e papà. Manuale pratico: dalla gravidanza al primo anno di vita del bambino della Casa Editrice Erickson;
  • E se poi prende il vizio? Pregiudizi culturali e bisogni irrinunciabili dei nostri bambini, di Alessandra Bortolotti;
  • Il bambino da 0 a 3 anni di Berry Brazelton.

A cura di Valentina Marchionno,
Network Coordinator
Stimulus Italia