L’OMS riconosce il burnout come “fenomeno nel contesto occupazionale”
Il 28 maggio, dopo 10 anni di studi, il burnout, ossia lo stress da lavoro, è stato riconosciuto ufficialmente dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), come possiamo leggere in questo articolo pubblicato da Repubblica.
Per la precisione, non è stato riconosciuto come malattia propria ma come fenomeno che si riferisce ad un contesto lavorativo e quindi che non può essere esteso ad altre aree della vita. Si tratta comunque di un grande passo per le aziende, e soprattutto per i dipendenti!
Sul sito dell’agenzia dell’OMS dopo una prima informazione che parlava di “malattia” si può leggere che “Il burnout è incluso nell’11esima revisione dell’International Classification of Diseases (ICD-11) come un fenomeno occupazionale (stress da lavoro). Non è classificata come una condizione medica”.
L’organizzazione speciale del ONU fornisce anche direttive ai medici per diagnosticare tale condizione. Ma prima di diagnosticare un episodio di burnout caratterizzato da sintomi come la mancanza di energia, lo spossamento, l’aumento dell’isolamento dal lavoro, sensazioni di negatività legati al lavoro, o ancora la diminuzione dell’efficacia professionale, occorre escludere altri fenomeni come il disturbo dell’adattamento, l’ansia o ancora la depressione.
Sono anche definite quali sono le cure per trattare i pazienti affetti da burnout.
Il modo migliore comunque è prevenire! Specializzati nel benessere al lavoro, gli psicologi esperti di Psya Italia possono essere un sostegno importante per tutti.