Come comunicare un Employee Assistance Program (EAP): guida per HR e manager

Comunicare un Employee Assistance Program (EAP) in modo efficace è una leva strategica per renderlo visibile, comprensibile e integrato nella vita aziendale.
Le aziende che investono nella comunicazione del servizio registrano tassi di utilizzo più alti e un impatto più profondo sul benessere delle persone. Ecco perché è fondamentale trattare la comunicazione non come un allegato, ma come una componente strutturale dell’EAP.
Perché comunicare un EAP è una scelta strategica
Secondo un’indagine della Employee Assistance Professionals Association (EAPA), le aziende che promuovono attivamente l’Employee Assistance Program (EAP) ottengono un +30% di utilizzo rispetto a quelle che non lo fanno.
Lo conferma anche l’esperienza diretta con le organizzazioni: comunicare in modo continuo e mirato favorisce l’uso consapevole del servizio, ne consolida la presenza e ne rafforza il valore percepito.
La comunicazione, insomma, può fare la differenza tra un EAP dimenticato e uno davvero utilizzato.
La doppia anima della comunicazione: informare e sensibilizzare
Comunicare un EAP significa lavorare su due livelli complementari:
Informare
Significa fornire tutte le indicazioni pratiche per accedere al servizio: numeri utili, link ai portali, orari, modalità di prenotazione e i tipi di supporto disponibili (es. psicologico, legale, fiscale). È il primo passo per rendere l’EAP accessibile e fruibile concretamente.
Sensibilizzare
Serve a costruire una cultura di benessere, superare lo stigma legato alla richiesta di aiuto e normalizzare l’uso del servizio anche in momenti di equilibrio. Non si tratta solo di “sapere che esiste”, ma di sentirsi liberi di usarlo.
Entrambe le dimensioni sono fondamentali. Una comunicazione efficace è quella che fornisce strumenti pratici e, al tempo stesso, stimola un cambio di prospettiva sul benessere e sulla richiesta di supporto.
Superare la logica dell’emergenza: l’EAP come risorsa quotidiana
Molti collaboratori pensano all’Employee Assistance Program come a un servizio “di emergenza”. Ma il suo vero valore emerge quando viene riconosciuto come uno strumento utile anche nei momenti di riflessione, dubbio, transizione o prevenzione.
Una comunicazione ben calibrata aiuta a cambiare questa percezione, spostando la narrazione da “aiuto quando sto male” a “risorsa per stare meglio”. Solo così l’EAP entra a far parte della quotidianità delle persone.
Come comunicare un EAP? Canali, linguaggi e Persone
Per raggiungere l’intera popolazione aziendale, è necessario diversificare i canali e adattare i linguaggi. Alcuni esempi:
- Email, intranet, newsletter: canali efficaci per le persone che lavorano al computer e hanno facile accesso ai contenuti digitali.
- Flyer, monitor, totem: ideali per ambienti produttivi, stabilimenti o aree comuni.
- SMS, WhatsApp: perfetti per chi lavora in mobilità o non ha accesso continuo a PC e piattaforme aziendali.
- Pillole video e contenuti visivi: formati versatili, adatti alla fruizione autonoma.
Tip: molte aziende hanno riscontrato ottimi risultati posizionando i messaggi nei luoghi di passaggio, come gli ascensori.
Come racconta Andrea Cogliati, HR Director di Infineon, nel White Paper dedicato pubblicato da Stimulus Italia by TELUS Health nel 2025:
“Sicuramente non basta mandare una email con link e istruzioni. Abbiamo organizzato un webinar per promuovere il benessere e presentare il servizio, mantenendo una pagina intranet dedicata e newsletter in lingua inglese.”
Anche Silvia Guidi, di Sorgenia, conferma:
“I monitor negli impianti si sono rivelati efficaci per raggiungere anche chi non usa la posta elettronica.”
Il linguaggio? Deve essere semplice, coerente con il tono aziendale, concreto. Solo così si crea un dialogo autentico e continuativo.
Mantenere viva l’attenzione nel tempo
I primi tre mesi dopo il lancio del servizio registrano un picco fisiologico di utilizzo. Ma poi? Spesso il silenzio.
Per evitarlo, servono azioni ricorrenti:
Reminder regolari
Invii programmati che mantengono alta l’attenzione: email mensili, notifiche via intranet o messaggi push, con contenuti utili e sempre nuovi.
Presenza dell’EAP nei momenti chiave aziendali
Inserire il servizio anche in meeting orientati al business (come townhall, kick-off o presentazioni HR) rafforza la sua rilevanza e lo legittima come leva strategica.
Rilanci stagionali
Collegare il messaggio ai bisogni prevedibili dell’anno: supporto fiscale ad aprile, orientamento genitoriale a settembre, stress post-ferie ad agosto. Una comunicazione che intercetta i bisogni nel momento giusto è più efficace.
Come racconta Marika Bordin, Responsabile People Management di Sparkasse:
“Sin dai primi mesi ci siamo concentrati su una comunicazione chiara e capillare: newsletter, incontri informativi, videopillole, intranet e momenti di sensibilizzazione. L’obiettivo era trasmettere che chiedere aiuto è un atto di responsabilità verso sé stessi.”
Una comunicazione distribuita nel tempo trasforma l’EAP in una presenza familiare e rassicurante.
Attivare gli ambassador interni
Uno dei canali più potenti per favorire l’uso dell’EAP è il passaparola interno.
Chi può essere ambassador?
Colleghi e colleghe
Chi ha già utilizzato l’EAP può raccontarne i benefici in modo spontaneo e credibile. Le testimonianze informali, anche solo accennate, contribuiscono a ridurre le barriere d’accesso.
HR
Hanno un ruolo chiave nel rendere visibile il servizio, rispondere ai dubbi e integrare l’EAP nelle comunicazioni interne. Possono orientare e facilitare l’utilizzo nei momenti più rilevanti.
Manager
Quando un responsabile legittima apertamente l’uso dell’EAP e lo propone come risorsa, rafforza la fiducia nei confronti del servizio. È un gesto culturale che rende il benessere parte del lavoro quotidiano.
Secondo la nostra ricerca Stimulus 2024, il supporto percepito dai superiori riduce significativamente il rischio di burnout. Coinvolgere queste figure nella comunicazione significa renderla più concreta, credibile e accessibile.
Come ricorda Silvia Guidi di Sorgenia:
“Un manager ha condiviso in plenaria la propria esperienza con il supporto psicologico: un gesto potente, che ha normalizzato l’uso dell’EAP e abbattuto lo stigma.”
Portare l’EAP all’esterno: cultura e posizionamento
Sempre più aziende scelgono di raccontare l’EAP anche al di fuori dell’organizzazione. Una scelta che rafforza il brand e dimostra impegno reale verso la salute mentale.
I vantaggi?
- Dare l’esempio
L’azienda che comunica pubblicamente il proprio EAP trasmette un messaggio chiaro: prendersi cura della propria salute mentale è normale, giusto e possibile.
- Attrarre talenti
Le nuove generazioni e i professionisti più consapevoli cercano ambienti di lavoro che si prendano cura delle persone. Un EAP ben raccontato può fare la differenza nella talent attraction.
- Comunicare in ottica ESG
Il benessere psicosociale è sempre più considerato un indicatore rilevante all’interno delle metriche di sostenibilità ambientale, sociale e di governance.
Affermare la salute mentale come valore aziendale
Parlare pubblicamente del proprio Employee Assistance Program significa affermare che la salute mentale non è solo una questione privata, ma un pilastro della cultura aziendale.
Attenzione: questo tipo di comunicazione richiede coerenza interna. Raccontare benessere senza praticarlo davvero rischia di essere controproducente. Servono autenticità, rigore e rispetto.
In sintesi
Comunicare un EAP in modo efficace è una responsabilità strategica. È ciò che permette al servizio di essere utilizzato davvero, valorizzato, riconosciuto come parte integrante della vita aziendale.
Vuoi attivare una strategia di comunicazione mirata per il tuo Employee Assistance Program?
Manuel Godino
Customer Success Specialist
Stimulus Italia by TELUS Health