Riconoscere e affrontare una crisi esistenziale

Le crisi esistenziali sono in continuo aumento e sempre più persone si trovano spaesate nella ricerca e realizzazione di se stessi e dei propri desideri.

Come riconoscere una crisi esistenziale?

In genere la crisi esistenziale è caratterizzata da una disposizione interiore profondamente angosciosa e associata ad un senso di perdita di identità personale che sfocia, poi, in una mancanza di senso e di significato della propria vita.

Ciò può avvenire a seguito di diverse cause, di cui le fondamentali sono: eventi traumatici e di forte stress a cui non si riesce a far fronte in alcun modo; oppure conducendo uno stile di vita fortemente esteriorizzato, banalizzato e disgregante, che ha perso il contatto con i valori guida alla base dell’esistenza umana.

L’equilibrio psichico è organizzato e dipende in larga parte dalla percezione significativa di sé e del proprio vissuto personale. Qualora nell’individuo venga a mancare questa fondamentale sensazione di senso e significato, si creerà la tendenza a rifuggire da se stessi e dai propri impegni di vita attraverso forme di compensazione e gratificazione fittizia e con atteggiamenti altamente distruttivi quali: assunzione di droghe, atteggiamenti di potenza, suicidio immediato e differito (anoressia e droghe).

L’uomo di oggi ha perso i contatti con l’universo dei valori autentici e, pertanto, ricerca soddisfazioni compensatorie per superare l’inevitabile senso di vuoto esistenziale. Ricordiamo anche che, da questo vuoto interiore (che è il maggior segnale di crisi esistenziale) si genera poi anche una forte crisi di identità per cui, gli stessi ruoli abituali, famigliari, lavorativi, di studio, sembrano essere divenuti estranei e perdono il loro potere di coinvolgimento, per cui, tutte le responsabilità connesse saranno disattese. Ancor più difficile sarà per questo soggetto, far fronte a situazioni straordinarie o traumatiche come potrebbero essere oggi quelle di perdita di lavoro o di lutti o altro.

Dunque riassumiamo i segni di una crisi esistenziale:

  • Perdita di senso e di significato della propria vita e della vita in generale
  • Senso di vuoto accompagnato da stanchezza fisica e psichica
  • Mancanza di motivazione e di interesse allo svolgimento dei compiti della vita
  • Indifferenza ed estrema difficoltà a far fronte a situazioni di vita impreviste, importanti e dolorose
  • Apatia interiore ed esteriore che si manifesta anche col “lasciarsi andare”
  • Mancanza di senso di appartenenza alla famiglia e alla società
  • Rifugio nelle droghe, nel gioco, e in atteggiamenti e teorie mistiche e fuorvianti (anche di falsi guru approfittatori di cui oggi pullula il mondo)

Quando ci si sente persi e confusi, qual è la prima cosa da fare? La prima cosa da fare trovandosi in uno stato di disordine mentale è cercare di calmarsi e ciò si ottiene con un profondo respiro e una “presa di distanza” dal problema o dai problemi contingenti e stressanti.

Teniamo presente che nessuna situazione può essere adeguatamente affrontata partendo da uno stato d’animo agitato e sconnesso dalla fonte del sé (la nostra fonte di saggezza interiore). Ogni situazione che ci causa dolore e stress deve essere considerata ed analizzata a partire da quell’”esame di realtà” (tanto caro a Freud), che si conduce, precisamente, allo stesso modo di un problema matematico, e cioè attraverso l’esame dei “dati” presenti e costituenti il problema.

Fatto questo dovremmo prendere in esame lo stato emotivo che il problema ha prodotto, e, confrontandolo con i dati di realtà, si potrà comprenderne più o meno la proporzione o la sproporzione.

Bisogna verificare cioè se, la risposta emotiva al problema è proporzionata al problema stesso. Noteremo che quasi sempre la parte emotiva amplifica notevolmente il problema, addirittura lo ingigantisce a tal punto da inibire profondamente la parte razionale e creativa della mente, che sola potrebbe risolvere il problema stesso.

Gli stati emotivi sbilanciati e alterati nella gamma negativa, causano anche (oltre a quella razionale) una sorta di inibizione motoria, per cui, sommando il tutto, ne risulta impossibile ideare un piano d’azione e porlo in essere a soluzione del problema o dei problemi. Quindi risulta essenziale giungere ad un ridimensionamento degli aspetti emotivi.