Emozioni in prima linea: come la funzione HR può riconoscerle e trasformarle in risorse

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In un contesto organizzativo sempre più complesso ma soprattutto sempre più attento alle relazioni, la figura HR è chiamata non solo a gestire processi e persone, ma anche a riconoscere e regolare le proprie emozioni e quelle altrui, trasformando la competenza emotiva in un vantaggio strategico.

Il mestiere HR: tra processi e relazioni umane

La funzione HR ha da tempo superato la mera gestione amministrativa del personale. Oggi, chi lavora in questo ruolo si muove su un terreno profondamente relazionale e in continuo cambiamento. Gestire il lato umano dell’organizzazione, sostenere manager e collaboratori e collaboratrici in momenti critici o accompagnare processi di cambiamento sono solo alcune delle situazioni in cui le emozioni — proprie e altrui — entrano prepotentemente in gioco.

La capacità di accogliere queste emozioni, comprenderne il significato e agire in modo consapevole e misurato diventa fondamentale. Non si tratta di “controllarle” o ignorarle, bensì di integrarle come parte viva della relazione e del processo decisionale.

Riconoscere e gestire le emozioni: una competenza chiave

Le emozioni sono segnali preziosi, che forniscono informazioni sullo stato delle relazioni e sul clima organizzativo. È importante considerare che, secondo l’APA, Il 58% dei lavoratori ritiene che una gestione inefficace delle emozioni sia una delle principali cause di conflitti e stress sul lavoro (American Psychological Association, Work and Well-Being Survey, 2024). Per la figura HR, riconoscere le proprie reazioni emotive e quelle degli altri è il primo passo verso una gestione efficace.

Questo significa sviluppare competenze come l’auto-consapevolezza e l’empatia, fondamentali per evitare di reagire in modo impulsivo. Saper riconoscere, ad esempio, la frustrazione di un collaboratore o di una collaboratrice o l’ansia di un manager permette di intervenire in modo mirato, prevenendo l’escalation dei conflitti e promuovendo un dialogo costruttivo. L’intelligenza emotiva diventa così una bussola indispensabile per orientarsi nelle sfide quotidiane.

Dalle emozioni alle azioni: il ruolo dell’HR in azienda

Gestire le emozioni non significa solo comprenderle, ma anche saperle trasformare in comportamenti efficaci. La figura HR è spesso vista come un punto di riferimento, anche emotivo, in azienda: la sua capacità di mantenere lucidità e stabilità anche in contesti difficili influisce direttamente sul clima e sul senso di sicurezza percepito dalle persone.

Strumenti come la comunicazione assertiva, l’ascolto attivo e la mindfulness possono sostenere l’HR nel mantenere un equilibrio interiore e nell’agire con coerenza rispetto ai propri valori e a quelli dell’organizzazione. Questo approccio non solo migliora la qualità delle relazioni, ma contribuisce a costruire una cultura organizzativa basata sulla fiducia e sul benessere condiviso.

Conclusione

Essere HR oggi significa essere al crocevia tra esigenze aziendali e bisogni delle persone, tra performance e benessere. In questo equilibrio sottile, la gestione delle emozioni rappresenta una competenza distintiva e strategica.

Riconoscere, comprendere e regolare le emozioni consente di affrontare le sfide con maggiore consapevolezza e di trasformare anche le situazioni più complesse in opportunità di crescita, per sé e per l’organizzazione. Coltivare queste competenze è un investimento non solo per la funzione HR, ma per l’intera azienda.

 

Martina Cassani, Psicologa Consulente, StimulusMartina Cassani,
Martina Cassani, psicologa e psicoterapeuta,
appassionata e esperta di Wellbeing per le organizzazioni e per l’individuo.